Pubblicato il 31 Dicembre 2025
Operazione della Polizia di Stato nel territorio etneo
La Polizia di Stato ha tratto in arresto tre cittadini catanesi con l’accusa di detenzione e trasporto illegale di manufatti esplosivi in luogo pubblico, nel rispetto della presunzione di innocenza valida fino a eventuale condanna definitiva. Si tratta di due fratelli di 25 e 29 anni, legati alla titolare di una fabbrica di fuochi d’artificio, e di un operaio di 28 anni.
Il controllo straordinario e il fermo del furgone
L’intervento è avvenuto nell’ambito di un servizio straordinario di controllo del territorio svolto dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Catania, mirato a contrastare la vendita e l’utilizzo illegale di fuochi d’artificio, fenomeno particolarmente diffuso in questo periodo dell’anno.
Nel comune di Santa Venerina, gli agenti della Squadra Artificieri hanno individuato un furgone ritenuto sospetto, a bordo del quale viaggiavano i tre soggetti, uno dei quali alla guida.
Scoperti oltre 220 kg di esplosivo ad alta pericolosità
Durante il controllo, all’interno del mezzo sono stati rinvenuti numerosi artifizi pirotecnici professionali, caratterizzati da un’elevata capacità offensiva, per un peso complessivo superiore a 220 chilogrammi di esplosivo netto. Il carico comprendeva anche mortai utilizzati per il lancio in quota dei fuochi d’artificio.
La differenza tra fuochi commerciali e professionali
A differenza dei prodotti pirotecnici destinati al commercio, nei quali l’involucro incide maggiormente rispetto alla polvere pirica, i fuochi professionali contengono grandi quantità di materiale esplosivo, con un confezionamento ridotto al minimo, progettato per consentire lanci a elevate altezze.
Giustificazioni ritenute non credibili
Alla richiesta di spiegazioni da parte degli artificieri, i tre hanno dichiarato che il materiale sarebbe stato utilizzato per uno spettacolo privato destinato a familiari e vicini, una versione giudicata poco plausibile, anche alla luce degli elevati costi di produzione di tali ordigni.
È emerso inoltre che i due fratelli erano in possesso del patentino da fochino, ma ciò non è risultato sufficiente a giustificare il trasporto e l’utilizzo del materiale.
Materiale privo di tracciabilità e ritenuto clandestino
Gli artifizi sequestrati erano sprovvisti di etichette e indicazioni di provenienza, elemento che ha portato a considerarli di produzione illegale, realizzati in violazione delle normative di settore. I tre hanno dichiarato di aver ottenuto il materiale da conoscenti, negando che fosse stato prodotto nella fabbrica di famiglia.
Elevato rischio per la sicurezza pubblica
Gli specialisti della Squadra Artificieri hanno effettuato accertamenti tecnici, confermando la notevole pericolosità e l’elevata potenza degli ordigni. La condotta è stata ritenuta particolarmente grave, soprattutto in considerazione delle competenze tecniche dei soggetti coinvolti e del serio pericolo per l’incolumità pubblica.
L’importanza delle norme di pubblica sicurezza
La normativa vigente prevede, per eventi pirotecnici, la presenza di personale specializzato, nonché di specifici servizi di ordine pubblico, proprio per tutelare i cittadini. La violazione di tali disposizioni avrebbe potuto causare conseguenze molto gravi.
Disposta la custodia cautelare in carcere
Alla luce dei fatti accertati, il Pubblico Ministero ha disposto la traduzione in carcere dei tre arrestati, in attesa dell’udienza di convalida davanti al Giudice per le Indagini Preliminari, mentre l’intervento tempestivo della Polizia ha consentito di eliminare sul nascere una potenziale minaccia alla sicurezza collettiva.

