Pubblicato il 28 Agosto 2025
Un forum che violava la dignità delle donne
Lo scandalo legato al sito Phica.net si allarga giorno dopo giorno. Sul portale, attivo da quasi vent’anni, centinaia di donne venivano esposte senza autorizzazione in discussioni dai toni osceni e degradanti.
Nella rete del forum sono finite, loro malgrado, anche influencer, attrici e content creator, molte delle quali hanno già deciso di ricorrere alle vie legali.
Politiche e volti noti nel mirino
Nella sezione dedicata ai “vip” compaiono nomi di primo piano della politica italiana. Oltre alla vicesegretaria dem del Lazio Valeria Campagna, prima a denunciare pubblicamente, ci sono Alessandra Moretti, Alessia Morani, Lia Quartapelle, Mara Carfagna, Maria Elena Boschi, Alessandra Mussolini, ma anche Chiara Appendino, Susanna Ceccardi, Licia Ronzulli, le ministre Anna Maria Bernini e Daniela Santanchè, e Marianna Madia.
Tra i nomi più pesanti spiccano persino quelli della premier Giorgia Meloni e della segretaria del Pd Elly Schlein. In alcuni casi sarebbero state diffuse anche immagini false create con l’intelligenza artificiale, come nel caso della senatrice Mariastella Gelmini.
Un sito con 800mila utenti
Il portale, online dal 2005, contava 800mila iscritti, in gran parte uomini, con oltre 10 milioni di messaggi pubblicati. Le foto non erano necessariamente intime: spesso si trattava di scatti comuni rubati dai social o dai media, decontestualizzati e trasformati in strumenti di derisione.
Accanto a questi contenuti, però, non mancavano casi di revenge porn, aggravando ulteriormente la gravità della vicenda.
La denuncia e la fuga degli utenti
Dopo l’esplosione del caso sui media, si è verificato un fuggi fuggi generale: molti iscritti hanno provato a cancellare i propri post, mentre il gestore del sito risulterebbe nascosto dietro un servizio di anonimizzazione.
A far emergere lo scandalo è stata Mary Galati, che con una serie di post su X (ex Twitter) ha raccontato la sua esperienza: la scoperta del sito, le denunce inascoltate e infine la viralità ottenuta grazie al suo racconto, che ha portato alla luce l’orrore della piattaforma.

