Pubblicato il 17 Aprile 2025
Il racconto del capogruppo DC Carmelo Pace: “Situazione inaccettabile, pazienti in attesa da giorni”
Un primario che si mette in macchina per recuperare personalmente i farmaci salvavita per i suoi pazienti oncologici. Succede a Sciacca, in provincia di Agrigento, dove il dottor Domenico Santangelo, responsabile del reparto oncologico dell’ospedale, ha deciso di agire in prima persona di fronte a una situazione sanitaria diventata insostenibile.
A denunciare l’accaduto è Carmelo Pace, capogruppo della Democrazia Cristiana all’Assemblea Regionale Siciliana, che ha raccontato l’episodio dopo essere stato contattato da una paziente.
Il gesto del primario: una risposta alla crisi
“Questa mattina ho ricevuto la segnalazione di una paziente oncologica ricoverata a Sciacca”, spiega Pace. “Mi ha raccontato che il primario, Domenico Santangelo, si sarebbe recato di persona ad Agrigento per recuperare i farmaci indispensabili alle cure. Un gesto che merita la nostra più profonda gratitudine, segno della dedizione e del senso di responsabilità di un medico che non ha voluto lasciare soli i suoi pazienti.”
La camera bianca ancora inutilizzabile
Nonostante le rassicurazioni della direzione sanitaria, la “camera bianca” – il laboratorio sterile necessario alla preparazione dei farmaci chemioterapici – risulta ancora fuori uso. Di conseguenza, le terapie salvavita arrivano in ritardo, con conseguenze gravi per chi è in attesa delle cure.
“Siamo già al quarto giorno di disservizi”, prosegue il deputato regionale. “Ci avevano garantito che tutto era stato risolto, ma la realtà è ben diversa. A oggi sono circa venti i pazienti che attendono in reparto, senza sapere quando potranno ricevere i loro trattamenti.”
“È questa la sanità che ci meritiamo?”
Pace conclude con un appello durissimo: “La situazione è inaccettabile. Serve un intervento immediato. Non possiamo tollerare che la continuità delle cure dipenda dal sacrificio di un singolo medico rientrato dal congedo. È legittimo chiedersi: è questa la sanità che vogliamo per i nostri cittadini?”
Un episodio che accende nuovamente i riflettori sulla fragilità del sistema sanitario in alcune aree del Paese, e sulla necessità di risposte concrete e immediate da parte delle istituzioni.

