Pubblicato il 26 Maggio 2025
Ipotesi rapimento e telefoni riattivati dopo la sparizione
Il caso di Maria Denisa Adas, la trentenne romena scomparsa da Prato tra il 15 e il 16 maggio, si tinge sempre più di giallo. L’ipotesi principale seguita dagli investigatori è quella del rapimento, rafforzata da un nuovo sviluppo: entrambi i telefoni della giovane sono stati riattivati dopo la sua scomparsa, facendo sorgere il sospetto che potrebbe non essere stata lei a utilizzarli, ma chi l’ha eventualmente sequestrata.
L’identità e i movimenti di Denisa
Denisa, nota nel giro del lavoro come “Alexandra”, risiedeva a Roma con la madre. La settimana della scomparsa si trovava a Prato, alloggiando in un residence dove era arrivata con la propria auto. Aveva programmato uno spostamento successivo a Bologna.
L’agenda degli appuntamenti di Denisa è stata ricostruita grazie al sito usato per incontrare i clienti. Il 15 maggio aveva due incontri previsti: il primo con un cliente fiorentino che, secondo quanto raccontato alle colleghe, le avrebbe dato problemi; il secondo con un ragazzo di 20 anni di Pistoia che l’avrebbe lasciata alle 23:20. Alle 23:30 Denisa chiama la madre per una conversazione di 38 minuti. Poi, il nulla.
L’auto della giovane, chiusa regolarmente a chiave, è stata trovata dietro il residence. All’interno c’erano i suoi documenti, ma nessuna traccia di valigie, borsa o cellulari. In camera solo qualche effetto personale: cosmetici, medicine, scarpe.
Una frase inquietante e testimonianze allarmanti
Un testimone ha riferito di averla sentita parlare al telefono la mattina della scomparsa, mentre si trovava in un bar. La frase captata è terrificante: “Se vado da lui, o quello mi vede, mi ammazza”. Non è chiaro a chi si riferisse Denisa, ma questa affermazione coincide con messaggi allarmanti scritti da sue amiche in chat:
“Mi ha spaventata”,
“Ci hanno fatto le cose peggiori, non ho più voglia di vivere”.
Il mistero dei telefoni e le celle agganciate
Un altro dettaglio cruciale: l’ultima cella telefonica è stata agganciata alle 2:43, a soli sei minuti in auto dal residence e vicino al casello autostradale di Prato Est. Rimane da chiarire: era ancora Denisa a utilizzare il cellulare? O era già in mano a qualcun altro?
I sospetti sulla madre e il legame con un avvocato
A denunciare la scomparsa è stata la madre, Maria Cristina Paun, il 16 maggio. Inizialmente ha dichiarato di non avere sospetti, ma quattro giorni dopo è stata indagata per false dichiarazioni. Le autorità ritengono che possa aver taciuto un legame con un avvocato calabrese di 45 anni, che secondo le indagini sarebbe informato sulla scomparsa della figlia.
Una testimonianza aggraverebbe il quadro: un’amica di Denisa sostiene che la ragazza sarebbe stata rapita da connazionali su mandato proprio di quell’avvocato, ossessionato da lei. Secondo questa ricostruzione, l’uomo avrebbe fatto di tutto per averla con sé, anche coinvolgendo la famiglia.
Tuttavia, l’avvocato difensore della madre nega ogni coinvolgimento:
“Non è un mediatore e non avrebbe mai incontrato la ragazza in vita sua”.
Denisa potrebbe essere ancora viva
Gli inquirenti non escludono che Denisa possa essere stata trasferita fuori da Prato, forse addirittura all’estero. Si valuta il coinvolgimento delle strutture investigative europee, mentre si cerca di ricomporre un puzzle ancora pieno di zone d’ombra.
La speranza resta quella di trovarla viva.

