Pubblicato il 7 Ottobre 2025
“Medici provax assassini, vaccino uguale morte”. Queste le frasi apparse sulla facciata della sede Spisal dell’Ulss 8 Berica a Vicenza, imbrattata da ignoti con scritte minacciose e dal chiaro tono no-vax. A denunciare pubblicamente l’episodio è stato Matteo Bassetti, noto infettivologo e voce in prima linea nella lotta contro la disinformazione sanitaria.
Bassetti: “Un abominio, chi tace è complice”
Bassetti ha definito quanto accaduto “un abominio”, l’ennesimo attacco al mondo della medicina e della scienza.
“Mi aspetto che la politica condanni – senza se e senza ma – questo ennesimo gesto vile. Chi non lo farà, sarà complice”, ha scritto il medico sui social.
In un secondo post, l’infettivologo ha aggiunto parole ancora più dure: “Se queste frasi fossero state rivolte ai politici, ne avremmo parlato per mesi e il governo avrebbe mobilitato l’esercito. Ma quando si minacciano medici e operatori sanitari, sembra che non importi a nessuno”.
Un’amara riflessione, che mette in luce il clima di ostilità e indifferenza con cui il personale sanitario continua a confrontarsi.
Zaia: “Minacce inaccettabili, in Veneto nessun obbligo vaccinale”
A rispondere alle parole di Bassetti è stato il presidente del Veneto Luca Zaia, che ha condannato con fermezza il gesto:
“Ancora scritte violente e minacce contro chi lavora per la salute dei cittadini. Definire i medici assassini è vergognoso. Così non va”, ha dichiarato.
Zaia ha ricordato che la libertà di opinione non può trasformarsi in minaccia e ha sottolineato un aspetto fondamentale:
“In Veneto il vaccino non è mai stato obbligatorio. Questi atti di inciviltà sono il segno di un fanatismo che nulla ha a che fare con il confronto democratico”.
Un messaggio chiaro che, forse, rappresenta la reazione istituzionale che Bassetti auspicava, ma che al tempo stesso conferma quanto il dibattito sui vaccini resti ancora oggi terreno di scontro e intolleranza.

