Pubblicato il 22 Settembre 2023
Quando sono arrivati, gli agenti hanno visto il corpo senza vita dell’uomo, con i segni di dieci coltellate.
Justine Jotham, 37 anni, docente di comunicazione all’università di Dunkerque e scrittrice di libri per l’infanzia, nella notte tra domenica e lunedì, con in braccio la figlia di 20 mesi, è fuggita dalla villetta dove abitava con il marito Patrice Charlemagne, 51 anni, a sua volta docente universitario di tedesco e olandese.

Ha chiamato la polizia alle quattro del mattino denunciando una rapina, spiegando di essere riuscita a scappare mettendo in salvo la figlia mentre due banditi aggredivano il marito.
Ma dopo l’interrogatorio, la donna ha confessato.
Nessuna rapina, è stata lei a uccidere il marito.
Justine Jotham è una celebrità locale, nota per i libri, per il lavoro all’università e per la sua attività di consigliera comunale, cominciata nel 2020 dopo essere stata eletta nella lista del sindaco di Dunkerque, Patrice Vergriete, oggi ministro per gli Alloggi nel governo di Elisabeth Borne.

La sua versione ha retto solo qualche ora.
Gli investigatori hanno trovato il cadavere di Patrice Charlemagne nella camera del primo piano, accanto a due coltelli insanguinati, un paio di guanti, una torcia e un computer.
“Dopo l’esame delle testimonianze e delle constatazioni tecnico-scientifiche” la Procura di Dunkerque ha posto la donna in custodia cautelare, contestandole alcune incoerenze nelle sue dichiarazioni.
Poi, Justine Jotham presentava una ferita nella mano sinistra che corrispondeva a un taglio sul guanto ritrovato sulla scena del delitto.
Inoltre, l’analisi dei telefoni ha mostrato forti tensioni all’interno di una coppia che, dietro la facciata di benessere e rispettabilità, attraversava un momento molto difficile.
Justine Jotham aveva incontrato Patrice Charlemagne nel 2014, quando lei faceva la giornalista per il giornale locale le Phare Dunkerquois e gli aveva dedicato un ritratto a tutta pagina intitolato: “L’uomo che coltivava la passione per le lingue”.

