Pubblicato il 17 Ottobre 2025
La segnalazione alle autorità competenti
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della Federconsumatori Sicilia
Federconsumatori Sicilia ha presentato una formale segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e all’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA).
L’associazione chiede trasparenza sul lungo e complesso iter che ha portato l’ATI Catania e la Servizi Idrici Etnei (SIE) a firmare, nel luglio 2024, la cosiddetta “Convenzione aggiornata”, con cui la gestione del Servizio Idrico Integrato (SII) di Catania e provincia è stata nuovamente assegnata alla SIE per 29 anni.
Una vicenda lunga oltre vent’anni
La storia risale addirittura al 2004, quando il Consorzio ATO 2 di Catania decise di affidare la gestione del SII a una società mista pubblico-privata, la Servizi Idrici Etnei (SIE) S.p.A., scegliendo il socio privato tramite una gara a “doppio oggetto”.
Questa gara, basata su un Piano d’Ambito del 2002 già ritenuto all’epoca incompleto e lacunoso, si concluse nel 2005 con la vittoria del raggruppamento guidato da Acoset (poi Hydro Catania), che divenne socio privato al 49%.
Il 24 dicembre 2005 venne firmata la prima convenzione trentennale, che prevedeva lavori e gestione per importi compresi tra 250 e 850 milioni di euro.
Ricorsi e annullamenti: una gestione mai decollata
La convenzione fu subito oggetto di numerosi ricorsi al TAR Sicilia, al Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) e persino alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Molti atti legati all’affidamento vennero annullati o sospesi, rendendo di fatto inefficace la gestione pubblica del servizio idrico in provincia di Catania.
Anche l’aggiornamento del Piano d’Ambito del 2020 è stato annullato dal CGA nel 2022, bloccando la possibilità di stipulare nuove convenzioni.
Nonostante ciò, nel luglio 2024 l’ATI Catania e la SIE hanno firmato una nuova convenzione trentennale, replicando in gran parte lo schema del 2005, ma con condizioni economiche e operative radicalmente diverse.
Le criticità economiche e legali della nuova convenzione
La nuova convenzione, sottoscritta su impulso di un commissario regionale, è stata parzialmente annullata dal TAR di Catania per violazione dei principi di concorrenza e mancanza di legittimi presupposti, a seguito di un ricorso dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE).
Secondo l’ANCE, gli importi previsti sono sproporzionati: dai 250-850 milioni del 2005 si è passati a 1,39 – 2,23 miliardi di euro, cifre che non possono essere affidate direttamente senza nuove gare, pena gravi danni alla concorrenza e al mercato.
Le preoccupazioni di Federconsumatori
Federconsumatori teme che questa situazione possa causare:
- Aumenti significativi delle tariffe idriche per i cittadini;
- Peggioramento della qualità del servizio;
- Nuovi contenziosi legali che rischiano di bloccare la gestione;
- Perdita di finanziamenti pubblici essenziali per la manutenzione e l’ammodernamento della rete idrica.
L’appello: fermare un modello fallimentare
Alla luce di queste criticità, Federconsumatori Sicilia ha chiesto l’intervento di AGCM, ANAC e ARERA per valutare l’annullamento della convenzione aggiornata. “Questo modello di gestione si è rivelato problematico sin dalla sua nascita – spiega Alfio La Rosa, presidente di Federconsumatori Sicilia (nella foto d’apertura) – e non si capisce perché l’ATI Catania continui a seguire una strada che da oltre vent’anni non porta risultati concreti. Si è perso un tempo prezioso – conclude La Rosa – che poteva essere impiegato per migliorare la rete idrica e garantire un servizio efficiente a quasi un milione di abitanti”.

