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Sicilia, inchiesta sulla Sanità, Schifani: “Massima attenzione su trasparenza e controlli”. Revocato l’incarico a Sciacchitano

Pubblicato il 14 Giugno 2025

Il presidente della Regione Siciliana commenta l’indagine della Procura di Palermo

«Ogni gara pubblica o appalto può trasformarsi in un’opportunità per la corruzione, se ci sono soggetti pronti a offrire o ricevere vantaggi illeciti». È quanto ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, intervenendo sull’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Palermo.

La criminalità segue il denaro, non i settori

Schifani ha sottolineato come l’indagine non coinvolga direttamente il sistema sanitario, ma metta comunque in luce un fenomeno preoccupante: la criminalità si muove dove ci sono risorse economiche, senza badare ai confini o agli ambiti di intervento.

«Per questo è fondamentale mantenere un controllo rigoroso e un’azione costante per garantire trasparenza e legalità in tutti i settori dell’amministrazione pubblica», ha spiegato il presidente.

Fiducia nella magistratura e disponibilità a collaborare

Il governatore ha ribadito la piena fiducia nelle autorità giudiziarie e ha espresso la disponibilità della Regione Siciliana a collaborare con gli inquirenti per fare luce su eventuali responsabilità individuali.

Regione pronta a costituirsi parte civile

«La Regione è pronta a costituirsi parte civile, qualora vengano accertati illeciti. Proseguiremo con determinazione il nostro impegno per affermare i principi di legalità e correttezza nell’intera macchina amministrativa», ha concluso Schifani.

Regione revoca incarico a Sciacchitano

A seguito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo, la Presidenza della Regione ha revocato l’incarico di presidente dell’Organismo indipendente di valutazione della performance regionale affidato ad Antonino Maria Sciacchitano. La decisione è stata presa dopo la notifica all’amministrazione dello stralcio dell’ordinanza del Gip di Palermo, che ha disposto per Sciacchitano gli arresti domiciliari e la sospensione per un anno dai pubblici uffici.

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