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Sicilia, Pd: il Cpr di Pozzallo costato 1,6 milioni resta inutilizzato

Pubblicato il 12 Settembre 2025

Un centro nato per i rimpatri ma mai entrato in funzione

Il Centro procedure accelerate di frontiera per il rimpatrio (Cpr) di Modica e Pozzallo, in provincia di Ragusa, è costato 1,6 milioni di euro ma non è mai stato effettivamente utilizzato. La questione è finita al centro di due interrogazioni parlamentari, presentate dal deputato Anthony Barbagallo, nella foto d’apertura, segretario regionale del Pd siciliano, e dal parlamentare regionale Nello Dipasquale.

Il Cpr era stato inaugurato nell’estate del 2023, come ampliamento dell’hotspot del porto di Pozzallo. L’obiettivo era gestire con maggiore rapidità le procedure di rimpatrio dei richiedenti asilo provenienti da Paesi considerati sicuri.

Una struttura deserta ma sorvegliata

Secondo i due parlamentari, il centro non ha mai accolto migranti. L’unica attività rimasta attiva è quella di sorveglianza militare, che comporta ulteriori spese.

Barbagallo e Dipasquale hanno ricordato che i giudici hanno respinto la procedura veloce di rimpatrio avviata dal questore per i pochi migranti transitati nella struttura. Da quel momento, l’edificio, situato in un’area industriale, è diventato una vera e propria “cattedrale nel deserto”.

Le richieste al governo e alla Regione

Con la sua interrogazione, Barbagallo ha chiesto al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di chiarire quali provvedimenti intenda adottare per risolvere il caso.

Dipasquale ha invece rivolto il suo atto ispettivo al presidente della Regione siciliana Renato Schifani, sollecitandolo a rompere il silenzio su quella che definisce «un costoso fallimento del governo nazionale». Secondo il parlamentare regionale, non è accettabile che vengano impiegate forze dell’ordine in una struttura senza alcuna reale funzione. Fonte: Ansa

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