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Sindacalista assolto da violenza sessuale perché la donna “in 20 secondi poteva dire di no”, ma finisce di nuovo a processo

Pubblicato il 11 Febbraio 2025

Raffaele Meola, sindacalista accusato di violenza sessuale nei confronti dell’ex hostess Barbara D’Astolto, dovrà affrontare un nuovo processo d’appello per la stessa accusa dopo essere stato assolto lo scorso giugno.

Il caso di violenza sessuale

I fatti risalgono al 2018, quando l’ex hostess si rivolse a Meola per risolvere alcuni problemi nati con la sua azienda. I giudici assolsero il sindacalista poiché, come spiegarono nella sentenza, la presunta violenza si sarebbe consumata in un lasso di tempo tra i 20 e 30 secondi, durante i quali la donna avrebbe potuto dire di no o comunque dileguarsi.

La sentenza suscitò molte polemiche e sia la parte civile che la Procura Generale di Milano presentarono ricorso. Oggi, 11 febbraio, il pg di Cassazione ha avanzato la richiesta durante l’udienza al cospetto dei supremi giudici della Terza Sezione Penale.

Il racconto di Barbara D’Astolto

La D’Astolto raccontò tutto a Fanpage, dicendo che aveva preso appuntamento col sindacalista nel suo ufficio vicino all’aeroporto di Malpensa per discutere di una causa civile che aveva con la sua azienda. Poi, da come ha raccontato, Meola si sarebbe avvicinato a lei da dietro accarezzandola, massaggiandola, toccandola e baciandola. Una situazione che l’avrebbe lasciata di sasso, incapace di reagire. Poco poco prese le sue cose e se ne andò via in auto, fermandosi in una piazzola di sosta dove ebbe un crollo.

Nel luglio del 2018 la donna presentò denuncia, ma i due successivi processi si conclusero con l’assoluzione del sindacalista, che si è sempre professato innocente. L’hostess ha aggiunto che altre 4 colleghe testimoniarono a suo favore e che tutte raccontarono la stessa storia, ma questo non è bastato per far condannare Meola. Ora l’ennesimo processo che dovrebbe chiudere definitivamente questa storia pruriginosa.

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