Pubblicato il 21 Marzo 2025
Negli Usa, l’influenza aviaria devasta gli allevamenti e i prezzi delle uova sono schizzati alle stelle, così l’amministrazione Trump, si è rivolta a diversi Paesi europei per gli approvvigionamenti: la richiesta è arrivata anche agli imprenditori veneti e, Confagricoltura spiega: “Anche noi siamo al limite con la produzione e non possiamo garantire un approvvigionamento”.
Negli Stati Uniti l’influenza aviaria ha causato la morte di oltre 20 milioni di galline ovaiole negli allevamenti nell’ultimo trimestre del 2024. Per questo, negli States, una confezione da 12 uova è arrivata a costare anche otto dollari e, la crisi del settore, falcidiato dall’epidemia di aviaria, ha spinto l’amministrazione americana a chiedere aiuto anche all’Europa. Dopo la Danimarca, l’amministrazione Trump ha chiesto anche all’Italia.
Le risposte alle richieste americane
Dopo una prima risposta negativa ricevuta a Roma da Unaitalia, l’Unione nazionale filiere agroalimentari carni e uova, i funzionari americani hanno chiesto uova anche al Veneto, ai primi posti per produzione nazionale italiana.
A confermare la notizia è stato Michele Barbetta, presidente del settore avicolo di Confagricoltura Veneto che spiega: “Sono arrivate molte richieste agli imprenditori agricoli veneti, da Verona a Padova, ma pure noi siamo al limite con la produzione e non possiamo garantire un approvvigionamento. L’epidemia aviaria è stata pesante anche in Italia, anche se non come negli Stati Uniti. Dall’autunno sono state abbattute 4 milioni di galline ovaiole su 41 milioni, concentrate principalmente negli allevamenti in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, pari al 10%. Significa una perdita di 1,4 miliardi di uova su un totale di 14 miliardi”.
“Quello che rimane – ha aggiunto – è quasi tutto destinato al consumo nazionale. Ovviamente, data la mancanza di prodotto, il prezzo continua a salire anche in Italia, anche se non come negli Usa.
L’assessore regionale all’Agricoltura e imprenditore agricolo, Federico Caner, conferma una certa disponibilità alle richieste americane, anche se ricorda agli Stati Uniti: “Gli Usa si ricordino però che il mercato è mondiale e senza confini, e questa ne è l’ennesima dimostrazione: gliene facciamo memoria una volta in più, visto che parlano di dazi sull’import quando da loro una confezione di uova costa già oggi oltre 8 dollari”.
“Il Veneto – spiega ancora l’assessore – annualmente produce 2 miliardi di uova grazie al lavoro di 6.300 aziende con un fatturato di 700 milioni di euro. Noi, in un contesto di economia globale per l’agroalimentare, gliele forniamo volentieri, anche se pure qui la situazione è complessa”.
E la situazione non va meglio nemmeno negli altri Paesi europei
In Europa l’unico Paese che ha aderito alle richieste americane è stata la Danimarca, mentre Finlandia, Francia e Lituania hanno detto no. Gli americani hanno chiesto anche alla Turchia, che nel 2025 prevede di esportare 420 milioni di uova; il fatto è che le necessità americane sono molto più alte: la tipica fornitura media degli Usa è 7,5 miliardi di dozzine di uova ogni anno.

