L’ex portiere di nazionale e Juventus ha lasciato – a quasi un anno dal malore avuto ad Asti (aprile 2022) – l’Azienda ospedaliera alessandrina per terminare l’ultima fase riabilitativa in un’altra struttura più vicina a casa. Era stato trasferito ad Alessandria a seguito di un’emorragia cerebrale da rottura di aneurisma.
“La strada è ancora lunga, ma come ho sempre fatto vi terrò informati”, assicura Andrea Tacconi.
Solo qualche giorno fa, ancora al Centro Borsalino, Tacconi è stato ritratto in una foto, sempre dal figlio Andrea, mentre era impegnato ad autografare alcuni copie del libro Stefano Tacconi Junic.
“Siamo venuti qui da un’altra regione e ora il Centro Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima. Grazie a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera, a quello del Borsalino e specialmente alla fisioterapista Laura che ci ha seguiti dal primo all’ultimo giorno. Ora, in pieno accordo con i professionisti del presidio – aggiunge la famiglia – proseguiremo il percorso riabilitativo in una struttura più vicina a casa, ma non dimenticheremo mai Alessandria e le splendide persone che ci hanno accompagnato in questo anno”.
A spiegarlo è Luca Perrero, direttore Neuroriabilitazione, dopo le dimissioni in questi giorni dal Centro Borsalino di Alessandria.
“Sicuramente, tenacia, impegno, umore, notevole prestanza fisica – ha aggiunto – hanno facilitato il recupero che, in questi mesi, ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando le palestre e i laboratori della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico”. Dopo essere stato operato dall’equipe di Andrea Barbanera (direttore Neurochirurgia), con il supporto del neuroradiologo Ivan Gallesio, è stato ricoverato a lungo al Civile – prima in Rianimazione e poi nel reparto di degenza – per entrare, quindi, al Borsalino. All’arrivo nella struttura respirava tramite tracheostomia e con il supporto ventilatorio, oltre a essere nutrito e idratato in maniera enterale. Ora mangia di tutto in modo autonomo, fanno sapere i sanitari.
“Durante il recupero – prosegue Perrero – Tacconi ha riacquistato anche ironia e autoironia; raccontava aneddoti legati alla carriera; leggeva quotidiani sportivi; ha guardato i Mondiali di calcio alla televisione, con commenti e battute insieme all’equipe e agli altri degenti”. Un recupero, il suo, raggiunto anche grazie alla costante presenza e alla collaborazione attiva della famiglia. “Ci hanno aiutati a capire chi era Stefano e come andava preso in carico per un corretto trattamento personalizzato. In particolare, la moglie Laura e il figlio Andrea sono entrati indirettamente a far parte del team”.
Stefano Tacconi si era sentito male nell’aprile scorso ad Asti, dove si trovava con il figlio Andrea per un evento benefico; trasportato al Cardinal Massaia, dove era stata riscontrata un’emorragia cerebrale, è stato quasi subito trasferito ad Alessandria.
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