« Torna indietro

160 mila euro

Stipendi, buste paga più leggere fino a giugno: slitta tutto

Pubblicato il 10 Aprile 2025

Nessuna traccia del taglio del cuneo fiscale negli stipendi di aprile

Brutta sorpresa per i dipendenti pubblici anche ad aprile: gli stipendi continuano a non includere il taglio del cuneo fiscale, la misura pensata per alleggerire le trattenute e aumentare il netto mensile. Questo ritardo, già in corso da gennaio, sta causando perdite in busta paga che possono arrivare fino a 80 euro netti al mese.

La misura avrebbe dovuto entrare in vigore a inizio 2025, ma a oggi non è ancora stata implementata. Secondo le stime, sarà necessario attendere almeno fino a giugno per vedere il beneficio effettivo.

Il nodo è tecnico: software NoiPa ancora non aggiornato

Il problema nasce da NoiPa, il sistema del Ministero dell’Economia che gestisce gli stipendi pubblici. Il software non è stato ancora aggiornato per integrare le modifiche legate al nuovo sistema di decontribuzione, varato per sostenere i redditi medio-bassi. A farne le spese sono tutti i lavoratori pubblici, dai docenti ai dipendenti dei ministeri.

Un piccolo sollievo, seppur temporaneo, è arrivato per i dipendenti ministeriali, che hanno tampone il mancato aggiornamento grazie al rinnovo contrattuale.

Zangrillo irritato, i sindacati insorgono

Il ritardo ha suscitato malumori anche ai vertici del governo. Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, avrebbe espresso irritazione per i rallentamenti, soprattutto dopo essersi impegnato per la firma dei contratti e per un nuovo protocollo sul pubblico impiego attualmente in discussione con i sindacati.

Quanto vale davvero il taglio del cuneo

Il taglio del cuneo fiscale è una riduzione dei contributi previdenziali a carico del lavoratore, che si traduce in un aumento del netto in busta paga. Il cedolino di aprile avrebbe dovuto garantire tra i 70 e i 100 euro in più al mese per chi ha un reddito annuo inferiore ai 35mila euro.

Le aliquote previste per il taglio sono:

  • 7,1% fino a 8.500 euro di reddito
  • 5,3% tra 8.500 e 15mila euro
  • 4,8% da 15mila a 20mila euro

Chi guadagna tra 20mila e 32mila euro annui ha diritto invece a una detrazione aggiuntiva di 1.000 euro.

I sindacati al contrattacco: “Serve chiarezza immediata”

Cgil, Uil, Cisl e altri sindacati hanno chiesto risposte immediate. Il segretario generale di Confsal Unsa, Massimo Battaglia, ha parlato di un “ritardo inspiegabile che penalizza migliaia di lavoratori“, chiedendo chiarezza e trasparenza.

La Cisl Fp, in un volantino distribuito ai lavoratori, ha definito inaccettabile il ritardo di quattro mesi, pur riconoscendo che gli arretrati dovranno essere pagati.

Anche Confintesa Fp, con la segretaria generale Claudia Ratti, ha criticato duramente la situazione:

Inammissibile che i lavoratori ricevano cedolini incompleti e privi di informazioni essenziali.

Elezioni sindacali alle porte: un tema caldo

Il tutto accade in pieno periodo elettorale per il rinnovo delle rappresentanze sindacali nel settore pubblico. Il mancato aggiornamento degli stipendi rischia quindi di influenzare il voto, soprattutto alla luce del mancato accordo da parte di Cgil e Uil sul rinnovo dei contratti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *