“Sono passati sedici anni, ci sto riflettendo parecchio in questi giorni. Forse è arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza”, ha detto all’Adnkronos.
All’interno del penitenziario di Opera, a Milano, Romano ha ribadito, come già fatto in passato, la propria innocenza e quella della Bazzi e ha chiesto agli inquirenti di seguire altre piste.
“Io e mia moglie non abbiamo commesso la strage di Erba – ha spiegato – Non so perché non sia stata approfondita la pista dello spaccio di droga”.
E sul motivo per cui a essere condannati sono stati proprio loro due, ha aggiunto:
Dopo tanti anni dagli omicidi e dalle condanne, Olindo si è detto incapace di compiere una simile strage.
“Le liti dalla casa di Raffaella e Azouz le ricordo bene, litigavano spesso, ma non per questo abbiamo pensato di fare una strage. Non c’entriamo nulla (…), una strage simile può farla solo chi è abituato a fare quelle cose”.
Stando allo stato delle cose, Romano dovrà passare ancora moltissimi anni in carcere, lontano dalla moglie, reclusa nel penitenziario di Bollate.
Alla coppia viene, però, data la possibilità di vedersi.
L’ultima volta è successo poco prima di Natale.
“Mi tiene a galla il pensiero che prima o poi, spero prima che poi, si possa accertare che non abbiamo commesso noi la strage di Erba”, ha concluso.
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