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Forze dell'ordine: taser in 18 città italiane dal 14 marzo

Taser, secondo decesso in 48 ore: uomo di 41 anni muore nel Genovese. Aperta un’indagine

Pubblicato il 18 Agosto 2025

Il nuovo caso a Sant’Olcese

Un altro intervento con il taser si è concluso tragicamente. Dopo il decesso avvenuto in Sardegna, un 41enne albanese, è morto domenica sera (17 agosto) a Manesseno, frazione di Sant’Olcese (Genova), in seguito a un arresto cardiaco. L’uomo era stato raggiunto da una scarica elettrica esplosa da un carabiniere del Nucleo radiomobile, intervenuto dopo le chiamate dei vicini al 112.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo si trovava in evidente stato di agitazione e avrebbe minacciato sia i residenti sia i sanitari del 118, arrivati poco prima dell’Arma. I carabinieri, una volta sul posto, sarebbero stati aggrediti e uno di loro ha deciso di fare uso della pistola elettrica.

L’indagine della Procura

La Procura di Genova ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Sarà disposta un’autopsia per stabilire se la morte sia stata causata direttamente dall’uso del taser o se abbiano influito anche eventuali condizioni legate a consumo di alcol o stupefacenti.

Le verifiche dovranno accertare anche il rispetto dei protocolli d’impiego, che prevedono la mostra preventiva dell’arma, un eventuale “warning arc” (scossa di avvertimento) e solo successivamente il lancio dei dardi. Fondamentali inoltre i principi di proporzionalità, necessità e adeguatezza, con l’obbligo di allertare subito i sanitari dopo l’immobilizzazione.

Due morti in meno di due giorni

La tragedia di Sant’Olcese è arrivata a poche ore dal caso di Olbia, dove un 57enne è morto dopo essere stato fermato col taser mentre aggrediva i passanti. Anche in quel caso due carabinieri sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo.

La doppia vicenda ha acceso il dibattito politico: per il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Filiberto Zaratti, “è evidente che esista un problema con questo strumento, che va immediatamente sospeso”. Sulla stessa linea Riccardo Magi (+Europa), che chiede al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di bloccarne l’uso, definendolo “un’arma troppo pericolosa”.

Le posizioni a difesa del taser

Dal fronte opposto il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni difende l’arma: “Il taser è uno strumento efficace e fondamentale di deterrenza, utile per evitare l’uso di armi ben più letali. Dopo la sperimentazione avviata nel 2018 ha superato tutti i controlli, compresi quelli sanitari. Non bisogna criminalizzare né lo strumento né le forze dell’ordine”.

Attualmente in Italia sono in dotazione circa 5.000 dispositivi, distribuiti a Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizie locali.

La posizione del produttore

In una nota, l’azienda Axon, produttrice del taser, respinge le accuse: “Non esistono evidenze scientifiche che provino un rapporto diretto tra l’uso del dispositivo e il decesso dei soggetti colpiti. Il funzionamento si basa su impulsi elettrici a basso amperaggio che provocano solo una incapacità temporanea e reversibile. Nel 99,7% dei casi non si registrano conseguenze permanenti, se non lesioni lievi legate a cadute”.

La società ha dichiarato la propria disponibilità a collaborare con la magistratura e invita ad attendere i risultati delle indagini e degli esami autoptici prima di formulare valutazioni definitive.

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