Pubblicato il 21 Maggio 2025
Spari di avvertimento contro diplomatici stranieri: nessun ferito
Durante una visita a Jenin, in Cisgiordania, una delegazione diplomatica internazionale è stata oggetto di spari di avvertimento da parte dell’esercito israeliano. Tra i presenti anche il vice console italiano Alessandro Tutino, che non ha riportato conseguenze fisiche. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha immediatamente espresso preoccupazione, chiedendo spiegazioni ufficiali a Israele.
Tajani: “Serve un chiarimento immediato”
“Ho appena parlato con Alessandro Tutino, che sta bene. Era tra i diplomatici bersagliati da colpi d’arma da fuoco nei pressi del campo profughi di Jenin. Chiediamo al governo di Israele di chiarire immediatamente quanto accaduto”, ha dichiarato Tajani su X (ex Twitter).
Poco dopo, ha annunciato di aver disposto la convocazione dell’ambasciatore israeliano a Roma per un confronto diretto.
Le motivazioni delle Forze di Difesa Israeliane (IDF)
Le IDF hanno riconosciuto l’episodio e hanno offerto le proprie scuse, spiegando che la delegazione non avrebbe rispettato il percorso concordato.
“È stato fornito un itinerario preciso, poiché la zona è considerata area di combattimento attiva”, hanno spiegato i militari israeliani. “Il gruppo ha deviato dal percorso autorizzato, entrando in un’area non consentita.”
In seguito, dopo aver compreso che si trattava di diplomatici stranieri, è stata avviata un’indagine interna a cura del generale di brigata Yaki Dolf. Inoltre, è stato ordinato un confronto diretto tra le autorità israeliane e i rappresentanti dei Paesi coinvolti.
L’Autorità Nazionale Palestinese condanna l’azione
La risposta dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) è stata durissima. Il ministero degli Esteri palestinese ha denunciato quello che definisce “un attacco diretto contro rappresentanti diplomatici accreditati presso lo Stato di Palestina”.
Secondo l’ANP, le forze israeliane avrebbero sparato proiettili veri contro diplomatici e giornalisti che stavano documentando le condizioni umanitarie nel campo di Jenin.
L’atto viene descritto come “una grave violazione del diritto internazionale” e come una pericolosa escalation da parte di Israele contro la sovranità palestinese e la tutela dei rappresentanti stranieri.
Reazioni internazionali: UE e Spagna chiedono spiegazioni
La comunità internazionale ha reagito con preoccupazione. L’alto rappresentante UE Kaja Kallas ha dichiarato:
“Ogni minaccia alla vita dei diplomatici è inaccettabile. Israele deve indagare e identificare i responsabili”.
Ha ricordato inoltre che Israele è firmatario della Convenzione di Vienna, che impone l’obbligo di protezione per i diplomatici.
Anche il ministero degli Esteri spagnolo ha avviato un’indagine sull’incidente, confermando che un cittadino spagnolo era presente e che sta bene. Madrid si sta coordinando con gli altri Paesi coinvolti per definire una risposta congiunta e ha espresso ferma condanna dell’accaduto.
Le critiche politiche in Italia
Dure le parole delle opposizioni italiane. I parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno chiesto misure drastiche:
“Basta proteste. Vanno interrotte le relazioni diplomatiche e commerciali con Israele e imposte sanzioni economiche”.
Anche Peppe Provenzano del Partito Democratico ha accusato il governo italiano di inazione:
“Il governo chiede chiarimenti, ma è tutto chiaro. Non fate nulla per fermarli”.
Sulla stessa linea Federica Onori (Azione), che ha parlato di una totale assenza di rispetto da parte di Israele per il diritto internazionale: “Israele agisce senza freni, colpendo anche rappresentanti stranieri. Servono sanzioni e giustizia, non parole”.

