Pubblicato il 1 Ottobre 2025
Una scossa devastante nel cuore dell’arcipelago
Un terremoto di magnitudo 6.9 ha colpito martedì sera le Filippine, con epicentro a pochi chilometri dalla città di Bogo, nella provincia di Cebu. La scossa, registrata a circa 11 chilometri di profondità, è stata avvertita in gran parte del Paese, causando panico, distruzione e un bilancio di almeno 69 vittime.
Vittime e crolli a San Remigio
Le perdite maggiori si concentrano nella cittadina di San Remigio, dove il crollo parziale di un palazzetto dello sport durante una partita di basket ha travolto numerosi spettatori, molti dei quali giovani. Secondo le autorità, il numero delle vittime potrebbe ancora aumentare.
Emergenza tra macerie, blackout e carenza d’acqua
Il sisma ha provocato il collasso di edifici, blackout diffusi e gravi danni alla rete idrica. In diverse zone l’acqua potabile inizia a scarseggiare, tanto che la vicesindaca di San Remigio ha dichiarato lo stato di calamità. Migliaia di famiglie hanno abbandonato le proprie case per timore di nuove scosse.
Ospedali al collasso e soccorsi difficili
Negli ospedali, medici e infermieri lavorano senza sosta in condizioni estreme, con reparti improvvisati e sale d’emergenza sovraffollate. Intanto i soccorritori continuano a recuperare corpi dalle macerie, mentre decine di dispersi restano intrappolati sotto gli edifici crollati. Le operazioni sono complicate da strade interrotte, ponti danneggiati e problemi alle comunicazioni.
Nessun rischio tsunami, ma resta alta l’allerta
Il Pacific Tsunami Warning Center ha escluso il pericolo di maremoto, rientrato poco dopo l’allarme iniziale. Nonostante i gravi danni, l’aeroporto internazionale di Mactan-Cebu è rimasto operativo, diventando un punto strategico per i soccorsi e la distribuzione degli aiuti.
Una doppia emergenza per il Paese
Secondo le stime, oltre 150 persone sono rimaste ferite e migliaia hanno dovuto lasciare le case. La tragedia arriva a pochi giorni dal passaggio di una tempesta tropicale, aggravando una situazione umanitaria già compromessa. Le autorità filippine hanno chiesto solidarietà internazionale, mentre il governo ha mobilitato esercito e volontari per fronteggiare l’emergenza e garantire il ripristino di acqua, elettricità e cure sanitarie.

