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Tragedia del Santa Lucia: ogni anno Mirella torna a Ponza dove le bombe inglesi uccisero suo padre

La storia di Mirella, da bambina orfana a custode della memoria della tragedia della nave Santa Lucia: ogni anno ricorda in mare le 65 vittime del bombardamento del 1943

Pubblicato il 10 Settembre 2025

È il 24 luglio 1943, l’Italia è nel pieno della guerra. La piccola Mirella, due anni appena, vive sull’isola di Ponza con la mamma e il papà, un finanziere impegnato nella difesa delle coste. Quella mattina l’uomo la stringe forte, le dà un bacio sulla guancia e si imbarca sulla Santa Lucia, la nave passeggeri diretta a Ventotene. Mirella lo guarda allontanarsi, senza sapere che non lo rivedrà mai più.

Il bombardamento della Santa Lucia

Dopo giorni di attesa e silenzi, la verità emerge: la Santa Lucia venne colpita dai missili inglesi. Nell’affondamento morirono 65 persone, compreso il padre di Mirella, apprezzato per la sua altezza imponente e per i successi sportivi come nuotatore. La madre, segnata dal dolore, si chiude nel lutto, mentre la bambina cresce con un vuoto che nessuna parola riesce a colmare.

Una vita lontana dall’isola

Diventata adulta, Mirella lascia Ponza. Si sposa, insegna come maestra nel Sud Italia e costruisce una famiglia con due figli. Eppure quel vuoto, nato il giorno della tragedia, non l’ha mai abbandonata. Anni dopo, decide di tornare sull’isola e affrontare la memoria che per troppo tempo era stata lasciata in silenzio.

Il ricordo trasformato in poesia

Mirella comincia a scrivere poesie dedicate al padre e alla tragedia, leggendo i suoi versi anche alla madre ormai anziana. Poi sceglie di fare di più: contatta i parenti delle vittime, raccoglie fotografie, testimonianze e ricordi. La sua determinazione coinvolge l’intera comunità, rompendo il silenzio che per decenni aveva avvolto la vicenda della Santa Lucia.

Una tradizione che dura ancora oggi

Oggi Mirella ha 84 anni. Ogni anno, il 24 luglio, guida una commemorazione in mare: piccole barche raggiungono il punto in cui giace il relitto della nave, e i sommozzatori depongono una corona di alloro. Grazie alla sua ostinazione, i 65 morti della Santa Lucia non sono più un ricordo sommerso, ma una memoria condivisa che continua a vivere.

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