Pubblicato il 3 Agosto 2025
Un caso eccezionale: il ragazzo non può sudare a causa dell’anidrosi
Un ragazzo greco di 14 anni, affetto da una rara malattia congenita chiamata anidrosi, è stato salvato grazie a un trapianto di fegato d’urgenza eseguito alle Molinette di Torino. La sua condizione, che impedisce la normale sudorazione, lo ha reso particolarmente vulnerabile alle alte temperature, portandolo a rischiare la vita dopo un colpo di calore durante un’escursione in Grecia.
L’episodio critico: febbre a 42 gradi e coma
Il ragazzo si è sentito male durante un’escursione vicino a Ioannina, nel nord della Grecia. Le temperature elevate e l’impossibilità di raffreddare il corpo hanno fatto salire la sua temperatura corporea a 42°C. Nonostante i tentativi dei sanitari con impacchi freddi, sono iniziate convulsioni e il giovane è finito in coma.
È stato trasferito d’urgenza all’ospedale di Ioannina, stabilizzato e poi inviato alla terapia intensiva pediatrica di Patrasso. Nelle 36 ore successive, si è verificato un rapido deterioramento della funzione epatica, con sintomi gravi come ittero e compromissione della coagulazione.
La rete internazionale e il trasferimento in Italia
Di fronte a una diagnosi di insufficienza epatica acuta grave da colpo di calore, i medici greci hanno attivato il protocollo di cooperazione internazionale con l’Italia, tramite l’Hellenic Transplant Organization di Atene. La richiesta è arrivata al Centro Nazionale Trapianti italiano, che ha allertato i centri specializzati nella cura pediatrica.
Renato Romagnoli, direttore del Centro Trapianti Fegato della Città della Salute di Torino, (nella foto d’apertura) ha risposto immediatamente. Il ragazzo è stato trasferito con un volo sanitario a Torino Caselle, dove è arrivato in condizioni critiche.
L’attesa e il trapianto: una corsa contro il tempo
Dopo i primi accertamenti, il ragazzo è stato inserito nella lista d’attesa nazionale con priorità massima: super-urgenza. Le prime 24 ore non hanno portato a donatori compatibili, ma il secondo giorno è stato segnalato un fegato compatibile in Piemonte. Nel frattempo, il giovane veniva tenuto in vita grazie alla dialisi nella Rianimazione centrale delle Molinette.
Meno di 60 ore dopo l’arrivo in Italia, è stato portato in sala operatoria. L’intervento, il numero 4.300 del centro torinese, è durato dieci ore ed è stato guidato dallo stesso Romagnoli con la sua équipe.
Il decorso post-operatorio: miglioramenti incoraggianti
Il nuovo fegato ha ripreso a funzionare rapidamente. Il ragazzo è stato estubato, è sveglio e ora si trova nell’area semintensiva del Centro Trapianti. I medici riportano un progressivo recupero neurologico, segno che l’intervento è stato un successo.
Un esempio straordinario di cooperazione internazionale e risposta clinica rapida, che ha permesso di salvare una giovane vita grazie all’efficienza della rete trapiantologica tra Grecia e Italia. Immagine di repertorio

