Pubblicato il 22 Settembre 2023
“Non ho paura di mostrarmi, è lui che deve nascondersi”.
Così Stefania Loizzi. La prima delle tre vittime di Ubaldo Manuali, il 59enne accusato di avere stuprato tre donne dopo averle drogate e di avere diffuso le immagini dei delitti, ha deciso di raccontare l’orrore che ha subito.
Lo ha fatto rilasciando una intervista a Repubblica dopo che la figlia dell’operatore ecologico in una ditta di Fiano Romano, separato, in un’intervista a Pomeriggio Cinque, senza mostrarsi in volto e con voce camuffata, ha difeso l’innocenza del padre e affermato che “non aveva bisogno di fare queste cose, a lui le donne non sono mai mancate”.
Iniziamente, secondo le testimonianze, le donne non si erano rese conto di ciò che era successo a causa del farmaco che era stato loro somministrato, il Lormetazepalm, simile allo Xanax, ritrovato poi in casa dell’uomo.
Stefania parte da quella richiesta di amicizia su Facebook arrivata nel 2020: “Ho visto che in comune avevamo un’amica. Lei mi ha detto che era una persona tranquilla e simpatica e allora ho accettato l’amicizia”. Poi, nulla di strano: chiacchiere via chat e infine lo scambio dei numeri, per poter comunicare più agevolmente. Gli argomenti di conversazione non presagivano nulla di strano: «”ui mi parlava della figlia, della sua frequentazione in chiesa, del suo padre spirituale”.

Il lato spirituale che Ubaldo Manuali aveva manifestato durante le conversazioni via telefono non è mancato durante il primo incontro con Stefania, quando le ha portato rosari e santini. Poi, la frequentazione ha cominciato a prendere una piega diversa: “Ci vedevamo sempre fuori casa, lui faceva delle foto anche se io non volevo”.
La rottura è arrivata poco dopo, quando Stefania ha messo in chiaro la sua posizione: “Mi ha detto che gli interessavo come persona. Gli ho risposto che potevamo essere solo amici. Sono passati dei mesi senza vederci”.
Finché non è arrivata quella chiamata la sera del 14 gennaio 2023, in un momento di particolare vulnerabilità: “Avevo un braccio ingessato per una frattura, avevo perso da poco mia mamma. Era un brutto periodo. Prima mi ha detto che passava a prendermi e che cenavo a casa sua. Non volevo, non mi andava, poi ho accettato”.
Poi, il cambio di programma improvviso:
“Mi ha richiamata dicendo che portava la cena a casa mia: dall’antipasto al dolce, fino al vino. Ero giù, ho accettato. Una volta a casa mia ha aperto il prosecco per fare un brindisi. Ho bevuto e mi ricordo solo che ero andata in cucina a prendere le patate. Poi, il buio”.
Stefania non sa precisamente quanto tempo sia passato, ma si risveglia nel suo letto e Ubaldo Manuali è accanto a lei: “Non riuscivo a vedere bene. Ho trovato una sua mano sulla faccia, ho reagito male e gli ho detto: Schifoso, che fai nel mio letto?. Lui mi ha risposto che mi ero sentita male e che non voleva lasciarmi sola. Ho avuto la forza di voltarmi e ho visto che era senza pantaloni ma sono crollata”.
Quando, al successivo risveglio, è corsa dal suo medico e ha raccontato la vicenda, lui “ha detto Oddio, mi stai sconvolgendo e mi ha consegnato un foglio urgente per il pronto soccorso. Nel mio sangue i medici hanno trovato la droga dello stupro. Pensavo che mi avesse drogata per derubarmi. Invece mi ha violentata in casa mia. Provo troppo schifo”.
Non soltanto la violenza: Stefania racconta di essere stata anche ripresa e di aver “visto alcune foto ma c’è anche un video che ha girato ai suoi amici del calcetto. Si faceva grande con i suoi amici che mi fanno schifo tanto quanto lui perché avrebbero dovuto denunciare. L’ho fatto io, invece, lo stesso giorno della visita. E se tornassi indietro lo rifarei di nuovo”.
E poi, la preoccupazione di Stefania per la figlia del violentatore, la ragazza che continua inevitabilmente a difendere suo papà: “Io so solo che un giorno mi inviò le foto di sua figlia che nel camerino stava provando biancheria intima. Spero si faccia chiarezza anche su questo”.

