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Gli ultimi attivisti della Sumud Flotilla lasciano Israele: oggi il rientro dei 15 italiani

Pubblicato il 6 Ottobre 2025

Rientro scaglionato e assistenza diplomatica

Si conclude oggi, 6 ottobre, la vicenda dei 170 attivisti internazionali della Sumud Flotilla, arrestati dalle autorità israeliane dopo aver tentato di forzare il blocco navale su Gaza. Tra loro anche 15 cittadini italiani, che nelle prossime ore lasceranno Israele a bordo di un volo charter diretto ad Atene e poi a Roma.

Il Ministero degli Esteri ha confermato l’operazione di rimpatrio, precisando che l’ambasciata italiana a Tel Aviv seguirà ogni fase del trasferimento. “L’Italia è sempre in prima linea nella tutela dei propri cittadini all’estero”, ha dichiarato Antonio Tajani, assicurando pieno supporto logistico e legale.

Pace ancora lontana nei negoziati al Cairo

La liberazione degli attivisti arriva in un momento delicato: al Cairo sono ripresi oggi i colloqui di pace per Gaza, con la mediazione di Egitto e Stati Uniti. Donald Trump ha chiesto “tempi rapidi e decisioni coraggiose” a entrambe le parti, ma il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che “nessuna tregua sarà possibile senza il rilascio degli ostaggi”.

Da parte palestinese, Hamas accusa Israele di “crimini di guerra” e denuncia le operazioni militari ancora in corso nella Striscia. Sul tavolo restano aperti i nodi del cessate il fuoco e della ricostruzione umanitaria.

Un ritorno simbolico ma amaro

Il rientro degli attivisti italiani rappresenta una chiusura simbolica di una vicenda che ha sollevato forti polemiche internazionali. Tuttavia, la situazione resta tesa: il conflitto continua, e i negoziati rischiano di naufragare ancora una volta di fronte alle condizioni imposte dalle parti in causa.

Gli osservatori ritengono che, senza una svolta diplomatica, la crisi di Gaza possa presto riaccendersi con nuova intensità. Nella foto d’apertura: l’attivista Greta Tumberg

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