Pubblicato il 7 Dicembre 2025
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato una svolta nei contenuti scolastici dei prossimi anni. Dalla scuola dell’infanzia alle medie, i nuovi programmi metteranno al centro le radici della civiltà occidentale, affiancando a questo anche un nuovo focus sull’educazione al rispetto.
Nuovi programmi scolastici in arrivo
Valditara ha spiegato che la firma ufficiale dei nuovi programmi è prevista già per la prossima settimana. L’obiettivo è correggere quelle che vengono considerate distorsioni nell’attuale impostazione didattica, dove spesso si approfondiscono temi marginali trascurando invece pilastri fondamentali come Atene, Roma e Gerusalemme, culle della nostra civiltà.
Secondo il ministro, oggi si rischia di perdere il senso delle priorità educative, mentre gli studenti dovrebbero concludere le medie con una chiara consapevolezza delle origini storiche e culturali dell’Occidente.
I pilastri della formazione: storia, cristianesimo e umanesimo
Per Valditara, la civiltà europea affonda le sue radici nell’eredità greca, romana, cristiana e umanistica. Questi elementi, a suo giudizio, devono tornare ad avere un ruolo centrale nell’istruzione, perché rappresentano l’ossatura dei valori su cui si è costruita la nostra società.
Il ministro ha sottolineato come l’Europa stia vivendo una crisi profonda: calo demografico, perdita di fiducia in se stessa e scarsa tutela dei propri interessi sono segnali di un disagio che parte anche da un indebolimento culturale.
Educazione al rispetto e alle relazioni corrette
Tra le principali novità dei nuovi programmi compare anche l’introduzione strutturata dell’educazione al rispetto e alle relazioni corrette. Valditara parla di un vero e proprio atto culturale, volto a insegnare ai giovani a porre limiti al proprio io e a riconoscere il valore dell’altro.
Secondo il ministro, si tratta di una risposta necessaria a una società che sta perdendo il riferimento ai suoi valori fondamentali, con il rischio di scivolare in un relativismo senza punti fermi.
La critica all’Europa “woke”
Valditara ha poi rivolto una critica diretta a quella che definisce un’Europa “wokista”, lontana dalle sue radici storiche e culturali. Un esempio emblematico, secondo lui, è il dibattito sull’uso del linguaggio “gender neutral” nelle istituzioni europee.
A suo avviso, questa tendenza finisce per relativizzare tutto, fino a mettere in discussione la dimensione stessa della sessualità, mentre contemporaneamente rimuove il patrimonio culturale dell’Occidente.
Il rapporto strategico con gli Stati Uniti
Per il ministro, l’alleanza tra Stati Uniti ed Europa resta fondamentale, ma l’Europa deve imparare a muoversi come un soggetto maturo, senza dipendere costantemente da una protezione esterna.
Gli Stati Uniti, secondo Valditara, pongono una domanda cruciale: che futuro può avere un’Europa che rinuncia alla propria identità?
Immigrazione, integrazione e identità
Infine, Valditara ha richiamato anche l’esperienza storica di Roma sul tema dell’immigrazione. I Romani seppero integrare popoli provenienti da tutto il mondo conosciuto, ma sempre partendo da un elemento chiaro e non negoziabile: l’orgoglio della cittadinanza e dei suoi valori.
Un principio che, secondo il ministro, dovrebbe guidare anche oggi le politiche di integrazione.

