Pubblicato il 5 Marzo 2025
Anche il presidente del Veneto Luca Zaia è più che preoccupato dalle minacce (ormai sembrano una realtà inevitabile) di dazi del presidente degli Stati Uniti Trump. “I dazi sono un flagello”, dichiara in un’intervista al Corriere. Flagello misurato sul dato che l’export del Veneto verso gli Stati Uniti vale 8 miliardi di euro l’anno. Su come reagire però, precisa: “Attenzione all’atteggiamento. Se pensiamo di fare muro contro muro la battaglia la perdiamo di sicuro”.
Le critiche a Macron e Starmer
“Bisogna capire, in fretta se possibile, che abbiamo a che fare con un uomo d’affari”. È un punto essenziale da cui partire secondo il presidente del Veneto. Sul peso della bilancia, perciò, vanno fatti pesare i 450 milioni di abitanti europei che rappresentano “il mercato più florido al mondo per gli Stati Uniti”. Ma in sede di trattative ci si deve presentare uniti “di fronte a Trump”.
Critico Zaia sia con il presidente francese Macron sia con il premier inglese Keir Starmer: “Non ha senso che i singoli capi di governo o di Stato si presentino da lui per condurre trattative singole. Nessuno da solo ha la forza di trattare da pari a pari”. Anche la presidente Ursula von der Leyen non è ritenuta adeguata, soprattutto perché “non ha gli strumenti operativi di governo per muoversi con la stessa efficacia di Trump”.
“Dobbiamo lavorare perché nasca un vero e proprio asse Ue-Usa”
Secondo Zaia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni può giocare un ruolo importante nei rapporti tra Ue e Usa: “Si è creato un canale di dialogo fra Meloni e Trump che potrebbe essere utile se venisse affidato all’Italia il ruolo di ponte fra Europa e Usa. Dobbiamo lavorare perché nasca un vero e proprio asse Ue-Usa”. Per Zaia sono due le condizioni “imprescindibili se si vuole stabilire un rapporto proficuo con Trump”, ovvero: “marciare uniti, senza fughe in avanti né protagonismi” e “prendere atto dell’interlocutore per quello che è e non per quello che vorremmo che fosse”.

