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Epidemia in Liguria

La preparazione della sala operatoria del pronto soccorso dell'ospedale Niguarda, Milano, 28 maggio 2020. ANSA/Filippo Venezia

Vetrini scambiati in laboratorio: 35enne malato di tumore operato invece alla mascella. Il paziente presenta denuncia alla Procura. Il grave errore commesso al Policlinico Umberto I di Roma

Roma, caso di malasanità al Policlinico Umberto I: asportata la mandibola a un uomo sano per errore. Indaga la Procura di Roma per lesioni gravissime

Pubblicato il 20 Febbraio 2025

Un grave caso di malasanità ha scosso il Policlinico Umberto I di Roma, dove un uomo di 35 anni si è visto rimuovere la mandibola per errore, a causa di uno scambio di vetrini durante l’esame bioptico. La vicenda ha portato all’apertura di un’indagine da parte della Procura di Roma.

L’intervento chirurgico e l’errore diagnostico

Il protagonista della vicenda, che chiameremo Francesco (nome di fantasia), si era inizialmente rivolto alla clinica odontoiatrica Eastman del Policlinico per la rimozione di un dente del giudizio e di una cisti. In seguito a questo intervento, era stato sottoposto a biopsia.

Il 10 giugno 2024, l’uomo ha ricevuto la comunicazione telefonica che il risultato era positivo: diagnosi di osteosarcoma ad alto grado. Una settimana dopo, il 18 giugno, i medici hanno confermato la gravissima diagnosi e proposto un intervento immediato, seguito da nove cicli di chemioterapia.

Il 22 luglio, Francesco entra in sala operatoria: gli viene asportata la mandibola, sostituita con una placca metallica. Al risveglio, si trova a fare i conti con una paresi facciale che gli altera permanentemente i lineamenti.

I primi dubbi e la scoperta della verità

A far emergere l’errore sono stati alcuni riscontri successivi all’intervento. Il 9 settembre, il referto istologico sull’osso rimosso risulta negativo. I medici, però, rassicurano Francesco, sostenendo che l’operazione sia stata comunque provvidenziale.

Parallelamente, all’Istituto Regina Elena viene confermata la diagnosi iniziale di tumore, ma nel frattempo l’avvio della chemioterapia viene inspiegabilmente rinviato dai sanitari del Policlinico.

Insospettito, Francesco decide di sottoporre i vetrini della biopsia a un test del DNA, affidandosi all’Università Cattolica.

Il 25 ottobre, arriva la rivelazione sconvolgente: i campioni non appartengono a lui. La biopsia riguarda un altro paziente, mentre Francesco era sano e non avrebbe mai dovuto subire l’operazione.

L’apertura dell’indagine della Procura

Di fronte a questo errore medico gravissimo, è intervenuta la Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per lesioni gravissime. L’indagine è seguita dal pm Eleonora Fini.

A rappresentare legalmente Francesco sono gli avvocati Andrea Bertolini e Giacomo Gaudenzi, che hanno già depositato una denuncia nei confronti dei medici coinvolti nell’operazione.

Resta ancora da chiarire il destino del vero paziente malato, al quale potrebbe non essere stata comunicata tempestivamente la diagnosi corretta, con il rischio che non abbia ricevuto le cure necessarie.

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