Pubblicato il 10 Dicembre 2021
Una piazza Roma non proprio gremita quella vista oggi a Catania in occasione dell’assemblea organizzata nell’ambito dello Sciopero Generale della Scuola. La protesta ha avuto inizio sin dalle ore 9,30 di questa mattina e, come detto a noi dalla coordinatrice della Cobas di Catania, Teresa Modafferi, la partecipazione non è stata eccelsa a causa soprattutto dell’indifferenza di alcune persone operanti nell’ambito scolastico, che tanto lamentano, ma che poi di concreto fanno ben poco.
Le persone presenti, in particolar Nino De Cristofaro dell’esecutivo nazionale del Cobas e il segretario regionale del Cub, Franco Tomasello, hanno fatto sentire la loro voce riguardo ai problemi che stanno attanagliando il mondo dell’istruzione. Quello di cui si è parlato oggi è stato il modus operandi del governo Draghi, che con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e con la Legge di Bilancio mette in atto un vero e proprio attacco al diritto all’istruzione attraverso delle proposte salariali e di contratto ritenute offensive, un’assenza di stabilizzazione di tutto il personale precario, di investimenti nell’edilizia scolastica e di riduzione strutturale del numero di studenti per classe e infine con una mancanza di stop ai progetti di autonomia differenziata con i quali si vorrebbe regionalizzare l’istruzione.
Proprio De Cristofaro, Tomasello e il giovane insegnante di informatica Alessandro Grasso al nostro microfono hanno sottolineato come le scelte dell’attuale governo nazionale vengano combattute, soprattutto perché buona parte delle attuali strutture risalgono a non più tardi della prima metà degli anni ’70. La stabilizzazione degli attuali precari, il recupero salariale, la riduzione degli alunni per classe, in particolar modo in presenza di disabili, e la vetustà degli strumenti completano il quadro.

