Pubblicato il 13 Maggio 2024
“Cani Panda” allo zoo di Taizhou, nella provincia di Jiangsu. Al centro dell’attenzione, una colonia di Chow-Chow dai sontuosi mantelli dipinti di bianco e nero, emulando gli iconici Panda che simboleggiano la Cina. L’apertura della mostra, riporta il servizio giornalistico di Sky News, ha suscitato un interesse che ha portato alla richiesta di 20 yuan (pari a circa quattro euro) per ammirare la novità. Ciò che potrebbe sembrare un bizzarro esperimento di incrocio è in realtà il risultato di una semplice colorazione, assicurata essere naturale e innocua, mirante a conferire a una comune pelliccia la nobiltà dell’orso bianco e nero su cui Pechino ha investito anni di diplomazia, prestando esemplari a zoo in tutto il mondo. Nonostante le accuse di pubblicità fuorviante, lo staff dello zoo respinge le critiche, dichiarando che si tratta semplicemente di una nuova attrazione offerta ai visitatori, senza costi aggiuntivi.
Non vi sono sovrapprezzi. La denominazione attribuita ai cani Chow-Chow è accurata e riflette fedelmente la loro natura, quindi non stiamo trarre in inganno i nostri ospiti”. Al nostro zoo non ospitiamo panda, e questo era il motivo per cui abbiamo optato per questa iniziativa”. Non è la prima volta che uno zoo cinese viene accusato di alterare la realtà animale: nel 2023, lo zoo di Hangzhou ha respinto le accuse riguardanti alcuni dei suoi orsi, smentendo che fossero individui travestiti.
Nel luglio di quell’anno una clip di un orso del sole malese – di nome Angela – che camminava sulle zampe posteriori divenne virale (clicca qui per il video) e scatenò il dubbio che l’animale fosse un essere umano con un costume da orso inadeguato.
In passato, un dipendente dello zoo ha dichiarato su WeChat: “Dato che il nostro zoo è gestito dal governo, situazioni del genere non dovrebbero verificarsi. Con temperature estive che toccano i 40 gradi, è impensabile resistere per più di pochi minuti indossando una pelliccia”. Alcuni zoo cinesi sono stati accusati di tentare di passare cani con pelliccia tinteggiata e sagomata per lupi o gatti africani. Tuttavia, questo episodio sembra piuttosto rappresentare un caso di “mancato trattamento” dei poveri cani piuttosto che un raggiro ai visitatori dello zoo.

