11 gennaio: ripartono due treni di laminazione

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Il prossimo 11 Gennaio ripartono due treni di laminazione, rotaie e vergella, alle acciaierie di Piombino ma quali sono le condizioni in cui gli operai si troveranno ad operare? Da Gennaio a Ottobre 2020 in Italia le denunce di infortunio con esito mortale sono state 1.036 con un aumento del 15,6% rispetto al 2019.

Sono cifre inaudite! Se questo è il dato Nazionale quale è la situazione delle acciaierie di Piombino? Se gli incidenti avvenuti al suo interno in questo anno non hanno avuto conseguenze tragiche è stato solo per caso.

Gli impianti ancora in produzione dove lavorano gli operai non vengono ne ammodernati ne regolarmente manutenuti. Questo può condizionare la qualità dei prodotti e soprattutto la sicurezza dei lavoratori. Gli impianti non più utilizzabili invece di essere smantellati in sicurezza come previsto dagli Accordi di Programma rimangono del tutto abbandonati.

Così non ci siamo sorpresi nell’apprendere che la cabina della gru che sovrasta il viale della Resistenza dopo anni di abbandono è crollata. Non possiamo aspettare ad intervenire dopo che qualcosa di irreparabile è successo. Le varie multinazionali che hanno acquistato lo stabilimento hanno sempre ignorato gli accordi, non possiamo esserne complici! Nessun motivo economico può giustificare il mancato intervento per rendere sicuro un impianto. Quello che avviene nella fabbrica non coinvolge solo gli operai ma tutta la cittadinanza e gli operai stessi sono cittadini a cui deve essere garantito il diritto alla tutela della propria salute.

Si pensi a cosa poteva accadere se la cabina della gru fosse crollata sulla strada comunale o alla nuvola di sostanze pericolose che potrebbe investire il quartiere del Cotone a seguito di un crollo al reparto cokeria.

E’ necessario uscire dalla passività di fronte a quanto sta succedendo! I rappresentanti dei lavoratori chiedano l’intervento dell’ASL e dell’ARPAT per verificare lo stato degli impianti e affiancando tali relazioni alla indispensabile mobilitazione pretendano l’immediato intervento di Jindal per ripristinare la sicurezza. Anche la politica, anche le istituzioni possono e devono intervenire!

Il Sindaco inviti l’ASL e l’ARPAT ad aumentare i controlli nello stabilimento e soprattutto a relazionare sullo stato in cui si trovano i molti noti punti critici! Allora di fronte a questa situazione il Sindaco primo responsabile della salute di tutti i cittadini forte dei pareri di ARPAT ed ASL può imporre l’immediato smantellamento degli impianti e delle strutture più immediatamente pericolose ricorrendo all’Ordinanza Sindacale.
Lo rammentiamo ancora una volta: la legge e la Costituzione non si fermano ai cancelli di una fabbrica.

Chiamiamo tutti alla mobilitazione solo così potremo dare un futuro al lavoro, solo così riusciremo a convogliare su Piombino e la Val di Cornia gli indispensabili investimenti dello Stato e dell’Europa per il rilancio delle acciaierie ed uno stabilimento moderno, produttivo ed ecocompatibile, per le bonifiche e la indispensabile diversificazione economica che permetta lo sviluppo del porto, della piccola e media impresa, dell’agricoltura, dei beni culturali, delle attività legate al mare, del turismo.

Molte sono le ricchezze del nostro territorio da anni bloccate e sacrificate agli interessi di pochi. Basta aspettare passivamente le decisioni delle multinazionali, proponiamo e lottiamo per un piano di rinascita per Piombino!

Coordinamento Art.1-Camping CIG

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Barbara Noferi

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