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Milano-Sanremo ciclismo

-2 al Tour de France: niente Miss, mascherine, l’incognita Roglic, la speranza francese Pinot, il favorito Bernal. Tutto quello che c’è da sapere sulla 107esima Grande Boucle

Pubblicato il 27 Agosto, 2020

Due giorni al via della centosettesima edizione del Tour de France. Una delle edizioni più attese, più in bilico e più strane di sempre, per le assenze e per il contorno della gara, che vedrà sì il pubblico, ma in dosi molto ridotte. Tra le grandi novità, fra mascherine e divieto di selfie, addio anche alle Miss sul podio: ci saranno, a debita distanza, un Mister e una Miss in linea con le recenti politiche anti-sexism. 

Si partirà da Nizza, per la seconda volta nella storia della Grande Boucle, edizione in cui vinse Bernard Hinault, che festeggiò la sua terza maglia gialla (delle cinque conquistate in carriera). Quel Hinault ultimo vincitore francese del Tour, con una nazione che sogna trentacinque anni dopo, di festeggiare un corridore di casa. E tutte le speranze sono riposte su Thibaut Pinot, corridore della Groupama-FDJ, che negli ultimi anni ha sempre puntato in alto, ma nell’ultima settimana del Tour è sempre crollato: mai come in questa edizione però, supportato da una squadra di buon livello che può vantare il campione europeo a cronometro Kung, il francese può puntare al podio e chissà a che altro.

Ma il favorito numero uno di questo Tour è il campione uscente Egan Bernal, la cui unica incognita è la condizione fisica. Il capitano del team Ineos, che a sorpresa “rinuncia” a Geraint Thomas e Chris Froome, ha saltato il Delfinato per un fastidioso mal di schiena e le sue condizioni sono al momento incerte. Se il colombiano sarà al top della forma però sarà difficile da battere, forte anche di un top team che può vantare Richard Carapaz, Sivakov, Amador. 

L’avversario principale di Bernal sarà Primoz Roglic, uomo di punta della Jumbo-Visma e campione uscente della Vuelta. Lo sloveno però è l’incognita di questa vigilia del Tour, ancora acciaccato dopo una spaventosa caduta al Giro del Delfinato, che addirittura potrebbe estrometterlo dalla corsa, come da sua stessa ammissione qualche giorno fa. Pretattica o reale situazione critica, nelle prossime ore i dubbi verranno svelati. E se Roglic davvero non dovesse farcela, ecco pronta la carta di scorta del team Jumbo-Visma, quel Tom Dumoulin vincitore al Giro nel 2017. E che squadra la Jumbo-Visma, che non vedrà l’olandese Steven Kruijswijk, ma potrà puntare su cavalli di razza come Kuss, che sogna in grande, e Bennett. 

Dietro di loro tanta lotta, con poche sorprese attese: da Sivakov che potrebbe tentare l’exploit, a Julian Alaphilippe, che però non ha mai dato la sensazione di avere quella solidità necessaria per portare a casa una corsa come il Tour nonostante la quinta piazza dello scorso anno. Avrà, finalmente, una squadra per puntare alla Top 5 anche Mikel Landa, che con i gregari Caruso e Pello Bilbao potrebbe giocarsi un piazzamento. Tra gli outsider occhio al colombiano Nairo Quintana, che il Tour non lo ha mai vinto, e che in questo 2020 era partito forte: dalla sua avrà un combattente come Diego Rosa, grazie a cui potrebbe puntare al podio. Chance ridotte al lumicino per Rigoberto Uran, Miguel Angel Lopez,  Adam Yates, Alejandro Valverde, Richie Porte e Ilnur Zakarin

E gli italiani? Con Nibali concentrato sul Giro, l’unico uomo che può sognare la vittoria è Fabio Aru, ma il sardo, seppur in crescita, difficilmente potrà ambire al podio. Discorso diverso per le vittorie di tappa, dove Davide Formolo, Matteo Trentin, Damiano Caruso, Sonny Colbrelli, Alberto Bettiol ed Elia Viviani, che punta la maglia verde, potrebbero portare un po’ di tricolore in Francia. 

Si partirà sabato da Nizza e si arriverà, il 20 settembre, a Parigi. In mezzo diciannove tappe, variegate fra loro, per uno dei Tour più competitivi e duri degli ultimi anni. Le tappe più intense saranno certamente la tredicesima, da Chatel-Guyon a Puy Mary, per 191 km e una ascesa di due km al 12% di pendenza, e la diciassettesima, da Grenoble a Maribél, dove si tornerà a salire con gli oltre 20 km di pendenza al 7.8% sul Col de la Laze. Poche crono, solo una quarantina di chilometri, e tante scalate, in un Tour sconvolto dalla pandemia e che solo qualche mese fa era a rischio cancellazione. Per la prima volta si correrà prima del Giro d’Italia, che scenderà in strada ad ottobre, e il fattore climatico sarà più favorevole ai corridori, che non dovranno confrontarsi con il caldo afoso che solitamente accompagna la Grande Boucle. Tra le incognite Covid, che con due positivi all’interno della stessa squadra porterà alla squalifica del team, il numero ridotto di ammiraglie e di staff, il pubblico ridotto all’osso e premiazioni fai da te, il nuovo Tour è pronto ad accompagnarci nei prossimi trenta giorni: lo spettacolo è garantito. 

Niccolò Pasta

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