Pubblicato il 24 Aprile 2021
Il 21 aprile i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto nei confronti di 4 soggetti, gravemente indiziati di tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
Le indagini hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati, ritenuti affiliati del clan Aprea in relazione ad un’azione di fuoco commessa a Barra il 17 aprile, durante la quale fu ferita una donna completamente estranea ai fatti.
L’agguato si inserisce nell’ambito del conflitto armato per la gestione ed il controllo delle attività illecite nell’area orientale cittadina da parte del clan Aprea, facente parte del cartello mafioso denominato “Alleanza di Secondigliano” guidato dalle famiglie camorristiche dei Licciardi, Contini-Bosti e Mallardo.
L’azione fu commessa in pieno giorno, tra la folla e a volto scoperto, con l’obiettivo di dare una dimostrazione di forza del clan Aprea e garantire il controllo del territorio, attraverso la repressione immediata e plateale di ogni condotta che potesse metterne in discussione il potere.
Gli indagati, nel tentativo di colpire la vittima designata, non si sono fatti scrupoli a sparare diversi colpi di pistola, ad altezza d’uomo, anche in presenza di molte persone in strada. Una giovane donna, mentre passeggiava col suo compagno, è stata ferita.
Le attività investigative hanno dimostrato che il clan Aprea, insediato nella storica roccaforte di Corso Sirena, sia operativo e dotato di una consistente quantità di armi, condizione che ne sottolinea la pericolosità soprattutto dopo l’alleanza con altre potenti famiglie di camorra.
Dopo il fermo di indiziato di delitto il GIP ha disposta la misura cautelare in carcere nei confronti di 4 soggetti.