Pubblicato il 9 Ottobre 2025
La “prima fase” del piano: verso la fine dei combattimenti
Israele e Hamas hanno raggiunto un’intesa storica sulla prima fase del piano di pace, che prevede la sospensione dei combattimenti e il rilascio di almeno 20 ostaggi ancora vivi entro il weekend. L’accordo è stato confermato dallo stesso Donald Trump, che ne ha annunciato la firma attraverso il suo social network, Truth.
“Sono orgoglioso di comunicare che Israele e Hamas hanno firmato la prima fase del nostro piano di pace”, ha dichiarato Trump. “Tutti gli ostaggi saranno liberati molto presto e Israele ritirerà le proprie truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace stabile e duratura”.
Secondo fonti della Casa Bianca, il ritiro dell’Idf dovrebbe avvenire entro 24 ore dalla ratifica del piano da parte del Parlamento israeliano, mentre il rilascio degli ostaggi è previsto entro 72 ore dal ritiro.
Trump: “Un grande giorno per la pace mondiale”
Durante un incontro a Washington, il presidente americano ha definito l’accordo “un grande giorno per il mondo arabo, Israele e gli Stati Uniti”, ringraziando i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia per il loro ruolo determinante nei negoziati.
Benjamin Netanyahu ha confermato di aver parlato con Trump subito dopo l’annuncio, affermando: “Con l’aiuto di Dio riporteremo tutti a casa”. Il premier israeliano ha inoltre convocato la Knesset per approvare formalmente l’accordo.
Dalla Striscia di Gaza e da Tel Aviv sono arrivate immagini di feste e manifestazioni di gioia, soprattutto tra le famiglie degli ostaggi. Hamas, da parte sua, ha dichiarato che “l’accordo segna la fine della guerra a Gaza” e ha espresso apprezzamento per gli sforzi dei mediatori e del presidente americano, chiedendo tuttavia che Trump vigili sul rispetto degli impegni da parte di Israele.
Dettagli sull’intesa e sullo scambio di prigionieri
Secondo fonti della CNN, il rilascio degli ostaggi dovrebbe iniziare lunedì, anche se alcuni mediatori ipotizzano che possa avvenire già nel fine settimana. Israele avrebbe tuttavia rifiutato la richiesta di Hamas di includere nello scambio Marwan Barghouti, figura simbolica della resistenza palestinese.
L’accordo arriva due anni dopo l’offensiva israeliana del 2023, scatenata in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre, nel quale furono uccise 1.200 persone e 251 prese in ostaggio. Da allora, secondo il ministero della Salute palestinese, oltre 67.000 persone sono morte a Gaza, tra cui più di 20.000 bambini.
Reazioni internazionali: l’Italia pronta a sostenere la pace
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha salutato l’accordo come “una notizia straordinaria”, aggiungendo che l’Italia è pronta a partecipare alla ricostruzione di Gaza e, se necessario, a contribuire con forze di pace internazionali.
Anche il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, ha definito l’accordo “un passo necessario verso la fiducia e la speranza”, pur ricordando che “la strada verso la normalità sarà lunga”.
Gli Stati Uniti garantiranno la sicurezza di Gaza
Trump ha annunciato che gli Stati Uniti saranno parte attiva nel mantenimento della pace e nella ricostruzione della Striscia di Gaza. In un’intervista a Fox News ha affermato: “Saremo coinvolti nell’aiutare Israele e Gaza a mantenere la pace. Sono fiducioso che questa sia la vera occasione per la stabilità in Medio Oriente”.
Il presidente americano ha aggiunto di attendersi che gli ostaggi rientrino entro lunedì, compresi i corpi di coloro che non sono sopravvissuti.
Prossimi passi: la visita di Trump in Israele
Trump ha accettato l’invito del premier Netanyahu a parlare alla Knesset, definendo “eccellente” la loro conversazione telefonica dopo la firma dell’accordo. Secondo Axios, Israele si prepara ad accogliere Trump all’inizio della prossima settimana, in quella che si preannuncia come una visita simbolica e storica.
Un accordo che segna una svolta dopo anni di guerra, con la speranza che questa prima fase di pace sia solo l’inizio di una nuova era di stabilità per il Medio Oriente.

