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Addio al “Bambino di tutti”

Pubblicato il 25 Marzo, 2022

“Se ne è andato Giuliano, il nostro Giuliano. È spirato all’ospedale Santobono a Napoli, dove era ricoverato e dove era stato operato. I medici hanno tentato inutilmente di rianimarlo, non ce l’ha fatta. È una notizia tristissima per me, per Marcianise, per tutti noi che avevamo adottato quel bambino diventato figlio di tutti. È una notizia che non avrei mai voluto dare. Abbiamo perso. Ci restano solo le lacrime”, così Antonello Velardi.

Il sindaco di Marcianise, in provincia di Caserta, ha dato la triste notizia della morte di Giuliano Margherita, il 14enne disabile abbandonato dai genitori e adottato dal Comune.

Il ragazzino soffriva di diverse patologie, era sordo e non vedente e aveva problemi respiratori. A nulla è valso il ricovero in condizioni critiche nel reparto di rianimazione pediatrica, dove è spirato.

Nei giorni scorsi l’ultimo, disperato, intervento.

Giuliano era diventato il “bambino di tutti”.

È stato lo stesso sindaco Velardi, anni fa, a raccontare la sua storia, abbandonato alla nascita dai suoi genitori. Gli è stato dato un nome e un cognome semplicemente accostando i nomi delle due persone che lo ritrovarono: Giuliano e Margherita.

Inizialmente era stato portato in un centro di accoglienza, poi aveva trovato una famiglia che lo prese con sé facendo richiesta di adozione. Per motivi che non si conoscono, poi la famiglia ha fatto un passo indietro e Giuliano è tornato al centro di accoglienza.

Della sua famiglia di origine non si sa nullanessun parente si è mai fatto avanti, e così il bambino è rimasto solo.

Come se non bastasse, necessitava di cure e di sostegno. Come prescrive la legge, il sindaco della città dove è stato rinvenuto ne esercita la patria potestà avendo l’obbligo di accudirlo. Per questo Giuliano era considerato il bambino di tutti, come se fosse figlio di tutta Marcianise.

Nel corso degli anni aveva subito altri ricoveri, tutto sempre documentato dalla pagina Facebook del sindaco (da dove è tratta la foto in copertina) che in questo modo ha fatto sentire Giuliano davvero parte della comunità.

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