“Addio caro Oliver, le Marche ricorderanno per sempre la bellezza delle tue canzoni e della tua terra dalmata”

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Nelle Marche riecheggiano in questi giorni le note della famosa canzone dalmata “Sjećanje na Velu Luku” (Ricordo di Vela Luka) di Branko Žuvela Doda, composta nel 1960 e riguardante una storia d’amore in una piccola città dell’isola di Curzola.

Sì, perché sono passati due anni da quando se n’è andato il grande Oliver Dragojević, l’icona della canzone Adriatica, l’uomo che ha unito culturalmente le due sponde del mare, grazie all’autore della versione italiana della popolare canzone, il Maestro Massimo Rogante.

Dragojević ha prodotto oltre 35 album in quattro decenni: lo stile romantico e poetico, che talora mescola le melodie tradizionali popolari adriatiche della Dalmazia anche con motivi jazz moderni, lo ha reso una tra le più grandi stelle musicali e icone culturali più durevoli in tutto il mondo.

Rogante ha voluto scrivergli ancora una volta il suo affetto, ricordando lo stupore quando seguì le esequie a Spalato nella giornata nazionale di lutto appena proclamata dal Governo croato per la prima volta nella storia del paese: “La gente, incredula nel dolore, era a bordo di imbarcazioni sparse a miriadi nel grande specchio portuale della città… Non ho mai assistito ad un tale evento con così imponente partecipazione di persone, istituzioni e mezzi, avvenuta senza alcuna benché minima nota di formalità, bensì scaturita dal cuore e dall’amore per questa persona così speciale”.

“Le moltissime torce fiammeggianti tenute sollevate da marinai e ospiti a bordo delle imbarcazioni, i motivi popolari intonati dai commossi cantori dei vari gruppi (klape) presenti, la gigante bandiera con l’immagine di Oliver fissata al campanile della Cattedrale di San Doimo, la partecipazione emozionata di tutti i presenti…”.

Scrive Rogante, nel suo ricordo riproposto dai maggiori quotidiani croati, che “l’Adriatico, la sua Patria più esclusiva, perennemente legata alla sua grandiosa anima d’artista, lo avrebbe cullato all’interno del catamarano “VIDA” della Jadrolinija (vale a dire, “Linea Adriatica”) partendo dalla banchina di San Nicola per condurlo per l’ultima volta proprio alla sua amata Vallegrande. Questo è stato il funerale di un vero Re, un Re speciale poiché amato e benvoluto da tutti, nessuno escluso”. 

E’ la perdita di un amico, de “la voce di Oliver, il suo grande talento e le specialissime doti artistiche, la simpatia e la cordialità, la gioia e l’entusiasmo che trasmetteva con i suoi capolavori” che ha prostrato l’intera Nazione. A Civitanova questa estate hanno voluto ricordarlo.

“Ho conosciuto la voce di Oliver per la prima volta negli anni ’70, allorché mio padre, di ritorno dalla Dalmazia, mi donò un disco in vinile con svariate canzoni tra le sue più belle. In ognuno dei miei viaggi in Dalmazia, quindi, ho avuto modo di apprezzare sempre più il cantante e la sua cultura, e di incontrarlo varie volte. La nostra Civiltà Picena, prevalentemente situata nelle Marche, è stata sicuramente influenzata dalle popolazioni dalmate, in particolare i Liburni, che avevano il controllo del commercio dell’Adriatico per impedirne l’accesso ai mercanti greci. La nostra comune cultura Adriatica, particolare all’interno dell’area mediterranea, appartiene a una lunga civiltà che condivide abitudini, tradizioni, religione Cattolica e caratteristiche antropologiche tipiche del popolo Adriatico”.

“Addio caro Oliver, ancora una volta. La tua meravigliosa voce rimarrà per sempre presente nella nostra memoria, e le tue canzoni seguiteranno apprezzatissime a darci le stesse grandi sensazioni di felicità, d’amore e di quanto indescrivibilmente bello ci ha potuto contraddistinguere quali fortunati tuoi spettatori e ammiratori”.

Didascalia foto: Oliver Dragojevic e Massimo Rogante, Vela Luka, Agosto 2015.

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Redazione Civitanova

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