Lui non accetta che la figlia sia stata affidata a lei. E inizia una battaglia che ha portato all’arresto dell’uomo. Tutto nasce quando il Tribunale per i Minorenni di Firenze ha disposto l’affidamento alla madre della figlia appena nata.
La decisione non è stata digerita dal 26 enne di origini straniere, arrestato all’alba di mercoledì dalla Polizia di Stato, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Siena, che ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero Serena Menicucci.
Nei suoi confronti i poliziotti della Squadra Mobile della Questura senese hanno eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari.
È dal luglio del 2020 che l’uomo, con cittadinanza italiana, ha attuato una serie di condotte aggressive e persecutorie ai danni della compagna, di cinque anni più giovane, da lui ritenuta colpevole dell’affidamento esclusivo della bimba di appena due anni.
I due, nonostante i dissidi, avevano trovato un accordo per condividere con la bambina le numerose occasioni in cui decidevano di incontrarsi.
Ma è proprio in queste occasioni che lui dava il peggio di sé: non sono poche, infatti, le circostanze raccontate dalla donna agli operatori della Squadra Mobile in cui il compagno la ingiuriava, anche in presenza della piccola, apostrofandola pesantemente ed accusandola di aver intrapreso relazioni clandestine con altri uomini anche durante il periodo della gravidanza.
Gli investigatori della Squadra Mobile, diretti dal Commissario Capo Riccardo Signorelli, hanno accertato che l’uomo pretendeva di esercitare sulla vittima e sulla bambina uno stretto controllo, disattendendo le prescrizioni impostegli dal giudice, il tutto condito da minacce anche gravi.
Numerosi sono stati i messaggi di morte inviati al cellulare della compagna, talmente gravi da cagionarle un forte stato d’ansia e di paura, nonché un fondato timore per la propria incolumità.
La donna è stata costretta a cambiare le proprie abitudini di vita arrivando a cercare rifugio all’interno di una struttura protetta: “ti ammazzo”, “ti butto l’acido”, “ti brucio la casa”, “se scopro dove sei ti ammazzo ma prima ti faccio soffrire lentamente”, sono solo alcune delle minacce di morte alla ragazza.
Purtroppo l’aggressione e la sua pericolosità si sono manifestate anche con violenza fisica; in una circostanza il 26 enne, mimando il gesto di tagliarle la gola, le ha graffiato il collo col pollice, mentre la donna teneva in braccio la bambina.
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