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Agrigento, Crisi idrica, la Cna: “disagi e sofferenze nelle attività”

Pubblicato il 9 Aprile, 2024

Chi, a qualsiasi livello, è stato investito da un ruolo politico-istituzionale, in rappresenta del territorio, ha il dovere di farsi carico della pesante crisi idrica in corso che rischia di trasformarsi in emergenza sociale ed economica”. La Cna Provinciale Agrigento chiama alle proprie responsabilità amministratori locali e parlamentari, regionali e nazionali, eletti dal popolo agrigentino. “Non è tollerabile – affermano i vertici della Confederazione – che uno dei beni primari, fonte per offrire un servizio essenziale, sia ancora, nel 2024, un lusso, provocando disagi ai cittadini, danni alle attività produttive e nocumento all’immagine delle comunità. L’erogazione dell’acqua nella abitazioni e negli esercizi artigianali e commerciali – spiegano il presidente provinciale Francesco Di Natale e il Segretario Claudio Spoto  – è un diritto irrinunciabile, è un fatto anche di civiltà, oltre a rappresentare una condizione fondamentale per consentire alle aziende, specie quelle che necessitano di costante approvvigionamento,  di potere svolgere regolarmente la loro attività”. 

Attualmente, questa situazione non si verifica principalmente nella città delle antiche rovine, dove la questione della scarsità d’acqua è particolarmente sentita. Questa osservazione è stata fatta dal presidente della Cna Agrigento, Lillo Abbate, che ricopre anche la carica, per conto della Confederazione, nel settore delle lavanderie industriali.

Purtroppo – spiega – ho raccolto disagi e sofferenze da parte di parecchie attività, anche di altro settore, impossibilitate a garantire il servizio per mancanza di acqua. Questo non è possibile, determina una perdita economica non indifferente, con tutte le conseguenze negative del caso. La città, così come gli altri centri dell’agrigentino, non può vivere questa grave criticità che alimenta un contesto di tensione e anche di deficit di credibilità in chiave turistica, soprattutto in vista di Agrigento Capitale Italiana della Cultura”.

Di Natale, Spoto e Abbate dichiarano la loro disponibilità, insieme alle organizzazioni che rappresentano, ad apportare il loro contributo per potenziare le richieste affinché il governo siciliano e quello nazionale, coinvolgendo attivamente sindaci, assessori e consiglieri, possano finalmente risolvere la persistente crisi idrica nell’area di Agrigento.

Comprendiamo la provocazione del sindaco Miccichè, ma Agrigento non deve rinunciare al titolo di Capitale Italiana della Cultura per il 2025. Tutt’altro, facendo leva proprio su questo prestigioso titolo e su questo avvenimento che coinvolgerà tutte le comunità – concludono Di Natale, Spoto e Abbate – il primo cittadino, assieme agli altri suoi colleghi, spinga concretamente ed incisivamente sui Palazzi del potere, palermitani e romani, per individuare subito efficaci soluzioni alla crisi idrica. In caso contrario non sarà solo Agrigento a fare la figuraccia, ma agli occhi del mondo la faranno l’intera Sicilia e l’Italia tutta”. 

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