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Al Santuario di Chiaramonte Gulfi commemorate le vittime del 1693 dopo il grande terremoto. Celebrato il patrocinio della Vergine Maria, Patrona e regina di Chiaramonte

Pubblicato il 12 Gennaio, 2022

“O Maria, ti affidiamo le case, la salute, gli affetti, la politica, ma soprattutto i nostri giovani con i sogni e speranze. Fino a quando ci sarà un giovane che sogna, ci sarà possibilità di bellezza per questo mondo. E ciamammula tutti… Viva Maria”. Con questa preghiera, i fedeli, ma soprattutto i devoti, hanno voluto celebrare la giornata del patrocinio di Maria Santissima di Gulfi, patrona e regina di Chiaramonte. Al santuario, poi, ieri, 11 gennaio, è stato commemorato il 329esimo anniversario del grande terremoto che rase al suolo la maggior parte delle cittadine del Val di Noto, anche l’antico abitato di Chiaramonte. Sono stati i sacerdoti Giovanni Piccione e Giovanni Filesi a presiedere le celebrazioni eucaristiche della mattina mentre a mezzodì il suono delle campane, assieme a quello di tutte le chiese del centro abitato, ha rievocato l’immane disastro causato dal sisma in prossimità dell’ora in cui la terra cominciò a tremare.

Nel primo pomeriggio, l’anniversario è stato caratterizzato dalla solenne celebrazione presieduta da don Riccardo Bocchieri, a cui hanno fatto seguito i vespri solenni e il canto del Te Deum. A metà pomeriggio la celebrazione officiata dal rettore, il sacerdote Graziano Martorana. Il santuario è rimasto aperto tutto il giorno, la chiusura in serata, alle 21, proprio per dare la possibilità ai fedeli e ai devoti di partecipare, anche solo con una preghiera, al significato di questa giornata. Una partecipazione voluta anche per Confcommercio provinciale, con il presidente Gianluca Manenti, e Confcommercio sezionale, con il presidente Danilo Scollo, che hanno voluto sostenere mediaticamente l’evento “perché – hanno detto – siamo in debito con quella che è la salvaguardia della nostra cultura, della nostra tradizione. E dobbiamo fare il possibile per valorizzarla, custodirla e tramandarla ai posteri. Eventi, purtroppo drammatici, del genere ci raccontano tutto sull’identità e le tradizioni di un territorio”.

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