Al Teatro Bellini “The Black’s Tales Tour”, uno spettacolo che si trasforma in concerto dall’ispirazione di 5 fiabe classiche

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Lo spettacolo, prodotto da Compagnia Licia Lanera, nasce dalla necessità di sperimentare il rapporto che si instaura tra voce, gesto e la musica elettronica suonata live da Tommaso Danisi Qzerty. The Black’s Tales Tour è uno spettacolo che si fa concerto, è il percorso inquieto del ragionamento che perde la sua ragione e si fa ossessione, è drammaturgia che si rompe per diventare suono.

Partendo da cinque fiabe classiche (La sirenetta, Scarpette rosse, Biancaneve, La regina delle nevi e Cenerentola) spogliate della loro parte edulcorata e consolatoria tipica del mondo dei bambini e vengono presentate nella loro versione autentica, Licia Lanera firma una scrittura originale che racconta incubi notturni e storie di insonnia, per parlare di alcune donne, delle loro ossessioni, delle loro manie, delle loro paure.

È una specie di horror che vuole far paura per esorcizzare la paura stessa: quella di chi scrive, quella di chi vive. A completare lo spettacolo, infine, la presenza della musica originale, realizzata grazie alla collaborazione con il musicista pugliese Tommaso Qzerty Danisi che ipnotizza lo spettatore accompagnandolo, per tutta la durata della performance, in una dimensione a metà tra l’onirico e il reale.

The Black’s Tales Tour inverte l’archetipo della fiaba. Dalle note di regia di Licia Lanera: “Se non riesci a dormire, la notte diventa un tempo scandito da mille voci. Voci che raccontano cose che di giorno non si possono dire. Queste voci possono fare molta paura e nel buio impervio del nostro bosco-letto, è molto difficile fuggire.

The Black’s Tales Tour è uno spettacolo che si fa concerto, è il percorso inquieto del ragionamento che perde la sua ragione e si fa ossessione, è drammaturgia che si rompe per diventare suono. Le eroine delle fiabe sono diventate più che umane, sono imperfette, e falliscono esattamente come noi, sono il nostro specchio, sono i nostri inciampi, sono il nostro archetipo.

Veniamo da un tempo spaventoso, in cui la più tremenda fantasia è diventata realtà; la pandemia ci ha reso fragili e vulnerabili, ci ha fatto fare i conti con la nostra esistenza, ci ha messo davanti le occasioni mancate, le paure più profonde, il peso della solitudine. Questo è uno spettacolo che mette lo spettatore davanti ai propri mostri, per riconoscerli e infine, per perdonarsi”.

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Redazione Napoli

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