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Alessandro Orsini: “I buoni sono quelli che inviano armi agli ucraini ma poi danno un miliardo al giorno ai russi”

“Vorrei innanzi tutto chiarire che sono un convinto europeista. Per questo critico Bruxelles, che non si è resa conto di quanto stava succedendo in Ucraina, benché fosse evidente, e ora che è scoppiata la guerra, anziché lavorare per uscire dal conflitto, si fa trascinare da Boris Johnson,

Pubblicato il 22 Marzo, 2022

“Vorrei innanzi tutto chiarire che sono un convinto europeista. Per questo critico Bruxelles, che non si è resa conto di quanto stava succedendo in Ucraina, benché fosse evidente, e ora che è scoppiata la guerra, anziché lavorare per uscire dal conflitto, si fa trascinare da Boris Johnson, un oltranzista che disprezza l’Unione Europea ed è stato eletto dagli inglesi per recidere i legami tra Londra e il Continente”. Sono le parole del giornalista e scrittore Alessandro Orsini, intervistato da Libero.

Orsini: “La lezione della Germania nazista”

Orsini ha poi aggiunto: “L’Europa dovrebbe elaborare una strategia per la pace. Finora Bruxelles ha operato soltanto per la guerra: rifornisce di armi l’Ucraina, diffonde propaganda occidentale e applica le sanzioni. Non fa niente per la pace”. Si può piegare Putin attraverso le sanzioni economiche? “Sempre a patto che prima esse non pieghino noi. Mettiamo pure che le sanzioni provochino la disfatta di Mosca o un golpe in Russia. Crede che d’improvviso l’Europa sarebbe pacificata? Chi paragona Putin a Hitler dovrebbe sapere che una grande potenza revanscista nel cuore dell’Europa non consente di creare un ordine internazionale stabile. È la lezione della Germania nazista. Se l’Europa sconfigge i russi, questi non diventeranno pacifisti per reazione. Questa guerra nasce perché la Russia si sente una nazione ferita; umiliarla aggraverebbe la situazione. Putin ci ricorda che la Russia è una potenza nucleare”.

“Russi ed europei devono essere fratelli e l’Italia deve essere il ponte tra di loro”

Io sono sempre stato filo-americano, com’è documentato in tutti i miei libri e articoli, dice lo scrittore, penso solo che la guerra sia un errore. Russi ed europei devono essere fratelli, e l’Italia deve essere il ponte tra di loro. (…) Sono completamente schierato dalla parte del blocco occidentale. Ma in questo blocco esistono due anime: quella autoritaria-bellicista e quella liberale-pacifista, a cui appartengo. La verità è che questa è una guerra un po’ strana, mi lasci dire… In questo delirio collettivo, i buoni sono quelli che inviano le armi agli ucraini, ma poi danno un miliardo al giorno ai russi“.

“Ci sono due etiche”

Spiega Alessandro Orsini: “Ci sono due etiche, quella della convinzione, che si accontenta di affermare un principio astratto. E quella della responsabilità, che si interroga sulle conseguenze dell’applicazione degli ideali. È un bel principio astratto l’abolizione della proprietà privata: peccato che porti ai massacri collettivi. È bello dare le armi agli ucraini, poi però vediamo quanti bambini moriranno”.

“Io credo che Putin stia ancora combattendo con le mani dietro la schiena”

La narrativa occidentale dice che Putin è in grandi difficoltà nella sua offensiva. Poi sui giornali vedi solo foto e reportage di ucraini morti e città assediate. A parte la contraddizione, io credo che Putin stia ancora combattendo con le mani dietro la schiena. Siccome vuole occupare tutta l’Ucraina, tende a inimicarsi il meno possibile la popolazione civile, altrimenti avrebbe iniziato a bombardare a tappeto le città. Quando ha voluto alzare il tiro lo ha fatto, bombardando la base al confine con la Polonia che custodiva armi destinate agli ucraini. Stiamo sottovalutando la capacità militare e l’orgoglio nazionale russo.

Le proteste contro la guerra? Ci sono anche in Italia. Il guaio è che noi ragioniamo secondo la nostra ottica occidentale, dove il Pil conta più di ogni altra cosa. Per i russi l’Ucraina è questione di vita o di morte per le generazioni che verranno. Noi europei abbiamo invaso la Russia con Napoleone e Hitler. Questi traumi restano per sempre nella memoria collettiva di un popolo aggredito. Putin si sta comportando da criminale di guerra? Lo penso anch’io, ma l’Occidente ha sempre snobbato i suoi segnali. Credo che Putin ormai voglia conquistare tutta l’Ucraina. È plausibile che voglia tenere per sé il Donbass e la parte meridionale dell’Ucraina, quella che dà sul mare. Salvo imprevisti, cercherà di liberarsi di Zelensky per insediare a Kiev un governo amico, come quello della Bielorussia”.

“Oggi bisogna dare a Putin più di quanto volesse all’inizio”

Che fare allora? “Bisogna trattare una pace che riconosca le sue rivendicazioni territoriali e in più attenui o cancelli le sanzioni. Oggi bisogna dargli più di quanto volesse all’inizio. A un uomo dominante non puoi fare la stessa offerta di quando ambiva a dominare. Sono un nemico di Putin e condanno l’invasione. A lungo l’ho annunciata per scongiurarla, anche in un’audizione al Senato del 4 dicembre 2018. Un mese prima dello sfondamento del confine, mi ero detto sicuro della guerra. Però condanno anche Bruxelles, inadeguata nella gestione della crisi”. Come se ne esce? “Anticipando i tempi, riconoscendo la Crimea e il Donbass. Bisognerebbe cercare di salvare Zelensky e lasciare in vita un pezzo di Ucraina democratica. La libertà persa si può riconquistare; i bambini morti non si possono resuscitare”.

Foto d’apertura: profilo facebook

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