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Altavilla Milicia

Altavilla Milicia, la strage del padre fanatico: i figli torturati per ore prima di ucciderli

Pubblicato il 14 Febbraio 2024

I terribili sospetti delle prime ore si vanno trasformando in certezze. Prima di essere uccisi dal padre e da due suoi complici, Kevin ed Emanuel, sono stati seviziati. 

Gli indizi trovati nella villetta di Altavilla Milicia, nel palermitano, dove i due fratelli di 16 e 5 anni sono stati assassinati insieme con la madre, Antonella Salamone, non lasciano dubbi, riferisce il Corriere.

I due fratelli sono stati percossi con l’attizzatoio del camino e con dei fili elettrici e, perché non gridassero, è stata tappata loro la bocca con degli stracci.

I carabinieri, avvertiti dal padre, Giovanni Barreca, che ha confessato al telefono il triplice omicidio, li hanno trovati incaprettati con delle catene sui loro lettini. Particolari che confermano che i tre assassini, fanatici religiosi e ossessionati dal demonio, abbiano eseguito un macabro rituale che, nel loro folle delirio, avrebbe dovuto liberare da Satana le vittime.

“Ci hanno fatto un esorcismo”, aveva d’altronde detto ai carabinieri l’unica superstite, la figlia 17enne della coppia, trovata dagli investigatori nella sua stanza.

Ieri alla adolescente, portata in una comunità protetta, è stato nominato un curatore. Barreca e i suoi complici, Sabrina Fina e un sedicente mental coach, Massimo Carandente fermati domenica, oggi compariranno davanti al gip di Termini Imerese per la convalida dei provvedimenti restrittivi e verranno interrogati.

Per sabato, invece, è fissata l’autopsia sui corpi dei due fratelli e sui resti della madre, trovata carbonizzata sotto pochi centimetri di terra vicino casa. 

I ragazzi sarebbero stati assassinati venerdì, la donna potrebbe essere stata uccisa prima, anche se, viste le condizioni del corpo, non è stato possibile stabilire con certezza la data della morte. I genitori, che vivono in provincia di Agrigento, hanno raccontato di averci parlato fino a qualche giorno prima. Il 2 febbraio racconta la madre, il 4 assicura il padre.

Ma ieri è spuntato un nuovo sedicente testimone, Salvatore Turco, titolare di un’agenzia di poste private in paese. 

“L’ho vista l’8 febbraio nel pomeriggio – ha detto ai giornalisti ma non ancora agli inquirenti – Era serena”.

L’uomo descrive Barreca come una persona mite e un gran lavoratore.

“Deve essere stato fomentato”, assicura aggiungendo che, vista l’esile corporatura, non avrebbe potuto fare da solo quello di cui è accusato. Circostanza di cui sono certi anche gli inquirenti.