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Anna e Yulia, le gemelle uccise dall’attacco russo al ristorante. La madre vuole seppellirle vestite da sposa, ma non si trovano abiti (VIDEO)

Pubblicato il 29 Giugno 2023

“Una tristezza e un dolore insopportabile, non perdoneremo”.

Le parole del Dipartimento dell’istruzione di Kramatorsk raccolgono la rabbia e il dolore che crescono in Ucraina per l’ennesima strage che ha spezzato le vite innocenti di chi aveva appena iniziato a crescere, e a sognare.

Sono almeno 11 le vittime, più una sessantina di feriti. La Russia nega responsabilità, mentre Borrell parla di un nuovo crimine di guerra di Mosca.

Rimbalzano sui social i volti sorridenti di Anna e Yulia Aksenchenko, le gemelle di 14 anni i cui corpi senza vita sono stati tirati fuori dalle macerie del ristorante Ria, insieme ad altri nove cadaveri, tra cui un 17enne.

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Capelli biondi, occhi luminosi, spenti per sempre da una guerra che ancora una volta non conosce regole. Anna e Yulia avevano appena finito le medie alla scuola numero 24 di Kramatorsk, il 4 settembre avrebbero compiuto 15 anni.

Lyudmila Osadcha, la loro insegnante di matematica, le ha definite studentesse diligenti, sapevano disegnare bene.

Dopo l’inizio dell’invasione, Anna e Yulia erano state costrette a lasciare Kramatorsk, tra le città più martoriate dalla guerra, distante solo poche decine di chilometri dal fronte di Bakhmut. Si erano trasferite nel villaggio di Dobropillja, da dove studiavano a distanza.

“Erano venute in città in vacanza per vedere la madre, che lavora in un ambulatorio locale”, ha spiegato Osadcha. “Fisicamente erano molto simili, ma i loro caratteri erano diversi. Anna era più diretta e Yulia era un po’ più tranquilla. Anna l’ha sempre sostenuta e aiutata”.

“Il razzo russo ha fermato il battito dei cuori di due angeli. È difficile trovare parole di conforto, impossibile guarire il dolore e l’amarezza della perdita”, scrive il dipartimento dell’istruzione di Kramatorsk. Le due ragazze saranno seppellite a Dobropillja. Per loro, la madre sta cercando abiti da sposa. “Ma in questo momento non ne abbiamo uno in città, nessun salone è aperto”, dice Osadcha.