L’immagine è quella scelta dalla sorella Grazia per aggiornare la propria foto profilo sui canali social in cui è attiva per affermare che è suo fratello è ancora vivo e per sempre lo sarà per lei, che non si sarebbe mai suicidato, che quell’energia giovanile condivisa è stata spenta da mani assassine. Più di un sospetto, una certezza, che i parenti sono certi sarà confermata dall’esito dell’autopsia eseguita sulla salma riesumata dopo l’esposto del legale della famiglia alla Procura di Catania, girato a quella di Roma, che lo scorso 29 dicembre ha disposto l’esame.
Mentre si attende l’esito, Grazia non riesce a darsi pace: “Non ho chiesto a nessuno di ricucirmi le ferite, di ricompormi il cuore o di risolvere i miei problemi. Non ho mai chiesto a nessuno di accudirmi o di proteggermi. Ho però chiesto con gesti e a volte anche con le parole di non allargare ulteriormente le mie ferite. Di non ridurre in briciole quei pezzi rimasti del mio cuore. Ho chiesto di starmi vicino, solo se era voluto e sentito, perché solo così, avrei avuto un posto dove sentirmi protetta. Fratello ti rivoglio con me”.
Un dolore acuito da periodo natalizio, simbolo per eccellenza delle famiglie che si riuniscono, anche se si è stati costretti alla distanza dai percorsi della vita, dal lavoro, uno spazio temporale dove tutto sembra possibile; magico e allo stesso tempo devastante se un dramma lo turba, se una tragedia lo annienta: “Pagherei per avere la mia famiglia al completo. Sta succedendo veramente, non era un incubo. Fratello mi manchi – scrive la sorella – Non ho chiuso occhio tutta la notte, ho pianto tutta la notte, dove sei Fratello”.
E rivela: “Mi sento come se qualcosa mi stesse risucchiando dentro un vuoto. Quel vuoto dove io continuo a cercarti. Ti sento, sento la tua voce, ma non riesco a trovarti. Perché rivoglio quel piccolino che mi telefonava spesso per raccontare tutto alla sua sorellina. Eri un raggio di sole nella mia vita, quel raggio di sole che adesso si è spento e la mia anima adesso si è congelata. Pure adesso che te ne sei andato mi hai lasciato un insegnamento: non smettere mai di lottare, fermati solo quando hai vinto. Ma in realtà in questa grande battaglia cosa ho vinto? Riuscire a ottenere un’autopsia? Si è vero, ci porterà alla verità, ma io avrei voluto vincere altro, avrei voluto vincere riportandoti da me”.
Intanto prosegue la raccolta fondi per aiutare i familiari a pagare le spese legali sempre più consistenti e per, adesso, acquistare “Ricomprare la cassa perché purtroppo non era più idonea, non abbandonateci vi prego”, così come si legge sulla sezione attivata su Gofundme.
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