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“Appalti sicuri”, la Fiom Catania contro le morti sul lavoro

La Fiom di Catania scende in campo con una campagna per la sicurezza sul lavoro

Pubblicato il Febbraio 26, 2024

La Fiom di Catania scende in campo con una campagna per la sicurezza sul lavoro in appalti e subappalti
Dopo lo sciopero nazionale sulla sicurezza del 21 febbraio, la Fiom di Catania prosegue il suo impegno per la tutela e la sicurezza dei lavoratori con la campagna “Appalti Sicuri”; con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della sicurezza negli appalti metalmeccanici catanesi, spesso caratterizzati da condizioni precarie e gravi rischi per i lavoratori. Ce lo ricorda Rosy Scollo, segretaria generale della Fiom Catania: “Non chiamiamola fatalità: i morti sul lavoro di Esselunga, Nardò e Pratola Serra sono l’ennesimo tragico tributo al sistema degli appalti e subappalti”.
Un’inchiesta sulle condizioni di sicurezza. A partire dal 1° marzo, verrà distribuito un questionario tra i lavoratori degli appalti metalmeccanici catanesi, accessibile anche online, che toccherà diversi aspetti della sicurezza sul lavoro, come la formazione, la dotazione di dispositivi di protezione individuale (DPI), la manutenzione dei macchinari e la presenza di adeguate misure di sicurezza nei luoghi di lavoro. I dati
raccolti saranno elaborati e resi noti nel mese di aprile, in un evento pubblico che coinvolgerà le istituzioni, le aziende e i lavoratori del settore.

“La nostra campagna è una sfida a questo sistema perverso, vogliamo chiamare alla loro responsabilità sociale i committenti e portare la voce di chi è costretto al silenzio, sindacalizzare queste aziende e ribaltare il paradigma: dove non c’è sindacato, c’è più precarietà e più rischio per la vita”.
Mobilitazione e sensibilizzazione per una cultura del lavoro sicuro. Non solo. La Fiom organizzerà inoltre una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sicurezza negli appalti e nei subappalti, tra cui assemblee, volantinaggi e incontri con le istituzioni. Lo scopo? Promuovere un lavoro sicuro e dignitoso; e promuovere una cultura della sicurezza, non solo come obbligo legale, ma come valore etico e sociale.
“Non è un caso che le vittime siano tutte quasi sempre precarie, inghiottite in un vortice di sfruttamento e scarsa sicurezza.” Conclude la segretaria della FIOM: “A Catania, come in tutta Italia, riceviamo quotidianamente le denunce di lavoratori coraggiosi che sopportano condizioni inaccettabili: multe e penali nelle busta paga dei lavoratori, obbligo di acquistare i dispositivi di sicurezza proprie spese, vessazioni e intimidazioni. La presenza del sindacato è spesso ostacolata, creando un clima di paura che impedisce ai lavoratori di rivendicare i propri diritti, di eleggere i propri RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) e di aver riconosciuto il loro contratto”.

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