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Appendino condannata a 6 mesi per falso ideologico si autosospende dal Movimento: “Porterò a termine il mandato”

Condannata a sei mesi nel processo Ream per falso ideologico Chiara Appendino

Pubblicato il 21 Settembre, 2020

La sindaca di Torino Chiara Appendino è stata condannata a sei mesi di carcere con la condizionale per falso ideologico in atto pubblico, nell’ambito del processo Ream, in riferimento al bilancio 2016. Assolta invece dalle accuse di abuso in atti d’ufficio che, secondo la legge Severino, avrebbe provocato la sospensione dalla carica. La sindaca ha subito dichiarato che porterà a termine il suo mandato ma, “mi autosospendo dal Movimento 5 Stelle come previsto dal nostro codice etico”. La sentenza, storica in quanto è la prima volta che un sindaco di Torino in carica andava a processo, è stata emessa dalla giudice Alessandra Pfiffner. La vicenda riguardava l’area ex Westinghouse e un debito di 5 milioni, contratto dalla precedente amministrazione con il fondo di UniCredit Ream, da dare come caparra per l’acquisizione dell’ex fabbrica. I cinque milioni dovevano essere restituiti nel 2016, ma la Appendino, insieme al suo ex capo di gabinetto, Paolo Giordana condannato a 8 mesi, all’assessore al Bilancio, Sergio Rolando condannato a 6 mesi, lo avevano posticipato per due anni di seguito, da qui l’inchiesta penale. Secondo l’accusa, gli amministratori hanno nascosto il debito perché altrimenti avrebbero chiuso il bilancio solo con un consistente taglio di servizi essenziali. Questo avrebbe portato a un danno d’immagine per la sindaca al suo primo anno di mandato. Ma il ritorno politico personale della Appendino, che avrebbe configurato il reato di abuso d’atti d’ufficio e quindi la sospensione dalla carica, non è stato riconosciuto dalla sentenza.

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