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Avviso di garanzia a Conte e 6 Ministri. Procura di Roma: denunce infondate e da archiviare.

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i Ministri Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini, Lamorgese e Speranza hanno ricevuto un  avviso di garanzia dalla procura di Roma in seguito ad alcune denunce per la gestione dell’emergenza Coronavirus.

«La trasmissione da parte della Procura al Collegio, in base alle previsioni di legge, è un atto dovuto», si legge in una nota emanata da palazzo Chigi. Nel caso specifico tale trasmissione è stata accompagnata da una relazione nella quale l’Ufficio della Procura «ritiene le notizie di testo infondate e dunque da archiviare». Il presidente del Consiglio e i ministri si dichiarano sin d’ora disponibili a fornire ai magistrati «ogni elemento utile a completare l’iter procedimentale, in uno spirito di massima collaborazione». Gli articoli del codice penale su cui si basano le ipotesi di reato riguardano: pena in concorso (articolo 110), delitto di epidemia (438), delitti colposi contro la salute pubblica (452), omicidio colposo (589), abuso d’ufficio (323), attentato contro la costituzione dello Stato (283), delitti contro i diritti politici (294).

Sono oltre duecento gli esposti e le denunce presentate da cittadini sull’operato del governo nel periodo del lockdown e dell’emergenza Coronavirus. Gli esposti, passati ai pm Eugenio Albamonte e Giorgio Orano, riguardano due ambiti della gestione da parte del governo: da un lato si accusa l’esecutivo di non aver saputo affrontare l’emergenza. Nel secondo filone sono stati inseriti gli esposti in cui si ipotizzano reati di abuso d’ufficio e attentato contro i diritti politici del cittadino per l’imposizione delle norme legate al lockdown.

Su Facebook Giuseppe Conte ha pubblicato un post a riguardo.

“Nei mesi scorsi alcuni cittadini, avvocati, finanche un’associazione dei consumatori hanno dichiarato pubblicamente di avere presentato denunce nei miei confronti e del Governo per la gestione della pandemia”, ha scritto Conte”. “Le accuse sono state le più varie. Alcuni ci hanno accusato di avere adottato misure restrittive, altri ci hanno accusato di non aver adottato misure sufficienti o di averle adottate troppo tardi. Ci hanno addebitato i più variegati comportamenti criminali: il reato di epidemia, di omicidio colposo, di attentato alla incolumità pubblica, di attentato contro la Costituzione e contro i diritti politici dei cittadini, e altri ancora.La prova che il nostro Paese ha vissuto e che in parte ancora sta vivendo è stata e continua ad essere impegnativa: chi ha responsabilità di governo deve rimanere concentrato sugli obiettivi da raggiungere che sono, ad un tempo, la tutela della vita e della salute dei cittadini e la ripresa più rapida possibile della vita sociale ed economica.Abbiamo lavorato sempre allo stesso modo: ci siamo affiancati scienziati ed esperti per disporre costantemente di una base scientifica di valutazione dei dati epidemiologici e abbiamo sempre ispirato la nostra azione ai principi di precauzione e trasparenza e ai criteri di adeguatezza e proporzionalità.Ci siamo sempre assunti la responsabilità, in primis “politica”, delle decisioni adottate. Decisioni molto impegnative, a volte sofferte, assunte senza disporre di un manuale, di linee guida, di protocolli di azione. Abbiamo sempre agito in scienza e coscienza, senza la pretesa di essere infallibili ma nella consapevolezza di dover sbagliare il meno possibile per preservare al meglio gli interessi della intera comunità nazionale”.

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Redazione Verona

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