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Lucca

Baby Gang protesta dal carcere con lo sciopero della fame: “Censura subdola e violenta”

Pubblicato il 7 Maggio 2024

Pochi giorni fa Baby Gang è finito nuovamente in carcere con l’accusa di evasione e violazione dei domiciliari. Una misura ritenuta profondamente ingiusta dal trapper 22enne che, tramite il suo account Instagram gestito dal suo staff, ha comunicato che inizierà lo sciopero della fame contro “la censura che lo sta colpendo nel modo più subdolo e violento”.

Lo sciopero della fame

In una Storia sul profilo di Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib, che come detto è gestito dal suo staff, il trapper ha fatto sapere che sta affrontando questi giorni duri in carcere col sollievo di sentire i suoi pezzi che girano nelle radio. Inoltre è stato comunicato che il trapper ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro la censura che, a suo modo di vedere, lo sta colpendo in modo subdolo e violento. Infine l’ultimo pensiero è rivolto ai fan, che gli stanno inviando messaggi di supporto e di incoraggiamento.

Nei giorni successivi all’arresto i collaboratori di Baby Gang avevano fatto sapere che i contenuti pubblicati sulle pagine social erano stati girati durante i permessi concessi da quegli stessi giudici che ne hanno ordinato l’arresto, ritenendolo quindi profondamente ingiusto.

Il calvario giudiziario di Baby Gang

Ma perché Baby Gang è finito nelle patrie galere? Per un bel po’ di cose e infatti la sua fedina penale è piuttosto lunga. La lunga trafila giudiziaria del rapper iniziò nell’estate del 2021, quando fu condannato in primo grado per rapina e per la sparatoria avvenuta in Corso Como.

Nei giorni scorsi il cantante è tornato nuovamente in tribunale per difendersi dalle accuse di minaccia a pubblico ufficiale, di aver fatto esplodere colpi da un’arma giocattolo e di aver violato la quiete pubblica a Lecco. Nonostante le accuse pesanti il trapper ha detto che c’è accanimento nei suoi confronti e, al termine dell’udienza, ha precisato che adesso si è rifatto una vita concludendo che “non è reato bere e fare musica”.