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Baby Gang scrive una lettera dal carcere ai giudici: “Mi sento in colpa”

Zaccaria Mouhib, in arte Baby Gang, ha scritto una lettera dal carcere indirizzata alla Pm Francesca Crupi e al giudice per le indagini preliminari

Pubblicato il 15 Gennaio 2023

Zaccaria Mouhib, in arte Baby Gang, è stato arrestato lo scorso ottobre per una sparatoria in cui sono state gambizzate due persone. Ora scrive al Pm e al Gip una lettera.

Zaccaria Mouhib, in arte Baby Gang, ha scritto una lettera dal carcere indirizzata alla Pm Francesca Crupi e al giudice per le indagini preliminari Guido Salvini, il quale ha respinto la sua richiesta di ottenere gli arresti domiciliari. “Sono detenuto da tre mesi e ho riflettuto parecchio sulla follia di quella notte. Ho avuto una reazione davvero esagerata perché ero completamente ubriaco“, scrive il trapper 21enne, così come riportato dal Corriere della Sera. Baby Gang è stato arrestato lo scorso ottobre assieme ad altri coetanei, tra i quali il rapper Simba la Rue, per aver partecipato ad una sparatoria tra il 2 e il 3 luglio in provincia di Milano, durante la quale due persone – di origine senegalese – sono state gambizzate. La confessione di Baby Gang dove sostiene di essere ubriaco, quella sera, in effetti è confermata da un video ripreso delle telecamere di sicurezza in corso Como. Nella lettera in questione il trapper ammette di aver iniziato a bere fin da ragazzino e che fuma hashish ogni giorno, motivo per il quale il suo avvocato aveva chiesto il trasferimento dal carcere a una comunità di recupero. Il Gip, però, aveva deciso per non considerare problematico – nel suo caso – il consumo abituale di droghe, definendo l’abitudine (il vizio) come relativo a uno stile di vita comune negli ambienti dei trapper.

“Mi sento in colpa”

“Quando sono stato arrestato, ho letto nelle carte del processo cose non vere sul fatto che avrei programmato di aggredire quei ragazzi e che avrei voluto rapinarli – scrive Baby Gang -. Dalle immagini si vede chiaramente che hanno iniziato loro“, prosegue nella lettera. Poi, però, ammette di sentirsi comunque in colpa per quanto è successo e che “non ci sono giustificazioni per girare armato“. La lettera si conclude con: “La musica è la mia àncora di salvezza e oggi io ho davvero paura di perdere l’unica fortuna che ho avuto nella vita”. La valutazione psicodiagnostica, che è stata fatta a Baby Gang mette in rilievo che per il 21enne non è idoneo al percorso in carcere: “Il soggetto – si legge nel rapporto pubblicato dal Corsera – è figlio unico ma i genitori hanno avuto altri figli da altre relazioni. Relativamente al periodo pre-adolescenziale e adolescenziale emergono condotte devianti e il non avere orari prestabiliti con conseguente insufficienza di controllo genitoriale. Si ipotizza un’educazione permissiva”. Dalla Procura, però, si sostiene altro e accusano il trapper di poca collaborazione dimostrata durante gli interrogatori.