Pubblicato il 29 Giugno 2025
L’allarme di Matteo Bassetti sulle spugnette per i piatti
Le spugne per lavare i piatti sono tra gli oggetti più contaminati nelle nostre case. A lanciare l’allarme è Matteo Bassetti, direttore del reparto di Infettivologia dell’Ospedale San Martino di Genova. Attraverso un video pubblicato sui social, lo specialista ha messo in guardia tutti sull’elevato rischio igienico rappresentato da questi strumenti quotidiani.
“Ricettacoli di batteri”: l’esperto mette in guardia
Nel video, Bassetti mostra due spugne: una nuova e una usata. E afferma chiaramente:
“Le spugnette da cucina sono veri e propri nidi di batteri”.
Secondo uno studio citato dall’infettivologo – condotto da un gruppo di ricercatori tedeschi su 14 spugne da cucina – sono stati rinvenuti batteri come Moraxella e Serratia, responsabili anche del cattivo odore che spesso emanano le spugnette vecchie.
Questo “odore di refrescume”, come lo definisce Bassetti, non è solo fastidioso, ma anche il segnale di una carica batterica elevatissima.
Una concentrazione batterica simile a quella delle feci
Bassetti rincara la dose con un dato impressionante: “Sapete quanti batteri ci sono in una spugna usata? Miliardi. Quasi dieci volte la popolazione mondiale”.
Una quantità talmente alta che, secondo il medico, si può trovare solo nelle feci.
Igienizzarle non basta: l’unica soluzione è buttarle
Il punto centrale del messaggio di Bassetti è molto chiaro: “Bollire o igienizzare le spugne non serve: i batteri restano comunque al loro interno”.
Questo perché i microorganismi si annidano in profondità, rendendo inefficaci i comuni metodi di pulizia domestica.
Il consiglio dell’infettivologo: cambiarle ogni settimana
La raccomandazione finale è semplice ma fondamentale: “Le spugnette da cucina vanno buttate via dopo una settimana di utilizzo”.
Solo così si può evitare l’accumulo pericoloso di batteri e ridurre il rischio di contaminazione in cucina.