Pubblicato il 2 Novembre 2023
E’ la voce di Ringo Starr ad aprire le porte alla magia. E’ lui a dare il tempo per la partenza di Now and Then, l’inedito dei Beatles uscito alle 15 di oggi, 2 novembre.
I Beatles sono i Beatles e non si intruppano certo nella marea delle uscite del venerdì. E quando tutto si muove è come se la macchina del tempo fosse tornata a quando i Fab Four erano ancora insieme.
C’è la voce di John Lennon, recuperata da una demo di fine anni Settanta e isolata da un pianoforte che l’aveva resa inutilizzabile quando Paul, Ringo e George provarono a lavorarci nel 1993 per il progetto Anthology.
Un’intelligenza artificiale, la stessa sviluppata dal regista Peter Jackson per ripulire l’audio del docu Get Back, ha ridato vita a Lennon.
C’è anche la chitarra di George Harrison, salvata da quel primo tentativo di lavorazione. Quindi Paul e Ringo hanno risuonato le loro parti ed è stata aggiunta un’orchestra (per evitare fughe di notizie ai musicisti era stato detto che stavano registrando un disco solista di Paul).
Il timore dei fan era che fosse una canzone Frankenstein: un pezzo preso da una demo, qualche accordo di George e le aggiunte contemporanee.
E, invece, dall’assemblaggio è uscito un pezzo che non stona nel repertorio dei Fab Four e infatti farà parte di una nuova, l’ennesima, versione della raccolta blu “1967-70” che verrà ripubblicata insieme alla rossa “1962-66”.
Il testo di John è ingenuo, quasi elementare nei sentimenti espressi, un ringraziamento alla donna che gli sta a fianco perché “se ce la faccio è merito tuo”.
Sentire la sua voce, però, è un regalo da brividi.
E la produzione intorno ha ricreato il suono che fu della band, è una macchina del tempo.
“E’ l’ultima canzone dei Beatles – ha detto Paul – ci abbiamo suonato tutti, quindi è un vero pezzo dei Beatles”. Usando la parola last, che in inglese ha un valore definitivo, Paul ha messo la parola fine alla più grande storia della musica contemporanea.