Pubblicato il 10 Maggio 2023
Così Beatrice Alfinito.
È morta dopo aver combattuto a lungo contro una terribile malattia al midollo osseo la velocista umbra, azzurra specialista dello sprint a livello giovanile.
Originaria di Città di Castello, Beatrice abitava nel comune di Sangiustino, nella frazione di Lama, e avrebbe compiuto 35 anni il 24 luglio.
Il suo ultimo post su Facebook risale a Natale: “Questi convulsi giorni di festa, in realtà per molti, moltissimi, sono giorni più difficili di altri. Sono giorni in cui pesano di più le mancanze (…). Io auguro a tutti, ma proprio tutti, che quel tanto o quel poco che in questo momento hanno possa stemperare il peso delle nostalgie, degli sconforti o dei dolori. E a quelli che invece, ‘forse come me’, hanno in questo preciso istante il culo di essere felici o per lo meno sereni di farci semplicemente caso”.
La felicità di Beatrice, però, è durata poco.
Nel 2006 fu convocata per gareggiare ai Mondiali juniores di Pechino, dove fu protagonista sia nei 200 metri sia nella staffetta 4×100 correndo in prima frazione.
A livello giovanile, in forza alla Libertas Città di Castello, fu costantemente fra le migliori velociste italiane, con record personali di 12’’01 nei 100 e 24’’35 sui 200 metri, ma a livello assoluto la sua carriera era stata poi frenata da problemi fisici.
Negli ultimi anni, poi, il sopraggiungere della malattia con la quale ha combattuto anche restando in pista.
“Alla famiglia vanno le condoglianze del presidente della Fidal Stefano Mei, del Consiglio federale e di tutta l’atletica italiana”, è il cordoglio della Fidal in una nota e profondamente toccato è stato il presidente della Fidal umbra Carlo Moscatelli, che l’aveva vista crescere e migliorarsi in pista.