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Belmonte Mezzagno, due indagati per mafia tornano liberi e il presunto boss va ai domiciliari

Pubblicato il 29 Aprile, 2022

L’operazione “Limes”, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido, è stata avviata nel gennaio 2020, dopo tre omicidi e un tentato omicidio a Belmonte Mezzagno. Erano stati arrestati con il blitz “Limes” dello scorso 7 aprile, ma il tribunale del Riesame ha integralmente annullato l’ordinanza di custodia cautelare per Pietro Pizzo e Giovan Battista Martini. Mentre per Salvatore Giocondo, accusato di essere stato a capo del clan, i giudici hanno disposto la reclusione in casa con braccialetto elettronico

Erano stati arrestati il 7 aprile con l’operazione “Limes” dei carabinieri perché, secondo la Procura, avrebbero fatto parte del clan di Belmonte Mezzagno, dove negli ultimi anni sono avvenuti anche diversi omicidi. Adesso, però, il tribunale ha deciso di scarcerare tre degli indagati, compreso il presunto capo, Salvatore Giocondo, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Il collegio presieduto da Simona Di Maida, ha invece del tutto annullato l’ordinanza di custodia cautelare e disposto l’immediata scarcerazione per altri due indagati, Pietro Pizzo e Giovan Battista Martini. I due da ieri sera sono in stato di libertà.

Secondo l’accusa, proprio Giocondo avrebbe “curato il mantenimento dell’ordine pubblico e, assieme agli altri indagati, anche la risoluzione di controversie tra privati”. Avrebbe anche provveduto al mantenimento dei carcerati della famiglia mafiosa di Belmonte. In tutto erano state arrestate nove persone.

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