Pubblicato il 5 Marzo, 2022
Naftali Bennet è stato il primo leader occidentale a incontrare Putin dopo l’inizio della guerra in Ucraina. E il colloquio a sorpresa, durato 3 ore, avuto oggi pomeriggio col presidente russo sembra essere un’investitura: quella di mediatore per cercare di fare terminare al più presto il conflitto.
D’altronde, Israele in questi giorni ha avuto una posizione, diciamo così, equidistante: pur condannando l’invasione dell’Ucraina (e votando contro all’Onu), il governo di Bennett ha sempre mantenuto il filo col Cremlino, col quale ha stretti rapporti per poter colpire le basi iraniane in Siria.
Bennet e Putin hanno discusso della situazione dei cittadini israeliani e delle comunità ebraiche in Ucraina durante il conflitto, ma anche dei colloqui sull’accordo nucleare con l’Iran a Vienna, a cui Bennett si oppone.
Israele, riferiscono le fonti, ha coordinato l’incontro con gli Stati Uniti, la Germania e la Francia e lo ha notificato all’Ucraina.
Al termine del colloquio, il premier israeliano ha parlato al telefono col presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nato e cresciuto in una famiglia di origine ebraica, e poi ha lasciato Mosca per raggiungere Berlino, dove è atteso dal cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Bennett è partito da Israele questa mattina, una scelta inusuale per un leader israeliano dato che è il giorno di riposo dello Shabbat, sottolinea il Jerusalem Post, ed è accompagnato dal ministro per l’edilizia abitativa Zeev Elkin, che è originario dell’Ucraina, e svolge il ruolo d’interprete. Con loro anche il Consigliere per la sicurezza nazionale Eyal Hulata.
Il viaggio è stato organizzato dopo la telefonata di mercoledì scorso fra Bennett e Putin. Dopo l’invasione, il leader israeliano ha già parlato due volte sia con il presidente russo sia con quello ucraino.
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